Balletto in tre atti
Libretto: Marius Petipa e Sergei Khudekov
Coreografia: Marius Petipa; Nuova versione di scena: Yuri Grigorovich; con scene dalle produzioni di: Vakhtang Chabukiani, Nikolai Zubkovsky e Konstantin Sergeyev.
Musica: Ludwig Minkus; Direttore: Pavel Sorokin.
Scenografia e costumi: Nikolai Sharonov.
Con: Svetlana Zakharova, Vladislav Lantratov, Maria Alexandrova e il corpo di ballo del Bolshoi.
Orchestra del Teatro Bolshoi
Mosca, Teatro Bolshoi, al cinema il 27 gennaio 2013 e il 26 marzo 2013
Il quinto balletto della stagione delle dirette al cinema del Teatro Bolshoi di Mosca ci propone un titolo che in Occidente abbiamo conosciuto tardivamente e per di più, nelle prime rappresentazioni, parzialmente. Nel 1961, infatti, il solo Regno delle Ombre della Bayadère fu portato per la prima volta a Parigi grazie alla tournée del Balletto del Kirov; occasione che segnò, oltretutto, l'ascesa occidentale dell'indimenticato Rudolf Nureyev.
In Italia fu sempre la compagnia del Kirov a rappresentare il balletto per la prima volta in versione integrale: ciò avvenne nell'estate del 1990 al Teatro di Verdura di Palermo. Negli anni varie versioni sia in Italia che all'estero contribuirono, senza dubbio, a rendere sempre più noto questo balletto e ad incrementarne gli apprezzamenti.
Quella che abbiamo seguito al cinema è la versione curata da Yuri Grigorovich con un cast che ha impegnato alcune delle punte di diamante della prestigiosa compagnia moscovita. Nel ruolo della danzatrice sacra Nikiya piace molto l'acclamata Svetlana Zakharova che non di rado troviamo nei cartelloni italiani. Il piglio armonioso e risoluto di Vladislav Lantratov è ben modulato per il guerriero Solor così come non delude la suadente potenza di Maria Alexandrova quale figlia del Rajah.
Nel primo atto l'eccellente triade sottolinea con maestria i delicati passaggi che si strutturano intorno agli slanci d'amore di Nikiya e Solor e agli irruenti gesti della furibonda lite di Gamzatti con la danzatrice del tempio. A ciò segue la tragica conseguenza della morte della baiadera in quel secondo atto che, nel contempo, ci propone una sequenza di plurimi momenti di danza. Fra questi anche la prorompente danza indiana: essa è resa con quella vigoria musicale e coreografica che, nell'impeto, completa i molteplici linguaggi del balletto.
In questo atto, così amato dai critici del tempo, troviamo il bellissimo pas d'action con le valide performance di Maria Alexandrova e Vladislav Lantratov. Lui colpisce per la variazione: nella maestosità coreografica sembra trovare un perfetto luogo d'espressione. Nella stessa prospettiva anche la variazione della Alexandrova capace di delineare una solida Gamzatti. Segue il triste profilo della prima parte della danza di Nikiya, preludio della tragica conclusione.
Come scrive Michele Porzio nel programma di sala del Teatro Regio di Torino in occasione dell'ultima tournée italiana del Balletto del Teatro Mariinskij, il terzo atto "è il sublime culmine espressivo di tutta l'opera". Prezioso momento in cui regnano pura albedine, perfezione tecnica ed estatica visione in quel Regno delle Ombre che rientra fra le migliori vette creative di Marius Petipa. Nella suggestiva ambientazione delle trentadue Ombre si inseriscono, per l'ultima volta, gli armonici e rapiti dialoghi di Nikiya e Solor che con Zakharova e Lantratov sono dipinti con acutezza sia sul versante della tecnica che dell'interpretazione.
Un altro balletto al cinema che ci offre, quindi, l'opportunità di apprezzare un grande titolo costellato da quella qualità che ne agevola il pieno godimento.
Vito Lentini