coreografia: Vladimir Bourmeister
coreografia Atto II: Lev Ivanov ripresa da Fréderic Olivieri
musica: Petr Ilic Tchaikovsky
direttore: David Coleman
scene e costumi: Roberta Guidi di Bagno
con Svetlana Zakharova, Roberto Bolle, Antonino Sutera, Gianni Ghisleni, Sabrina Brazzo
Milano, Teatro alla Scala, dal 14 al 21 dicembre 2007
Svetlana Zakharova, di nuovo alla Scala come protagonista del «Lago dei cigni» versione Bourmeister, ha conquistato definitivamente il cuore del pubblico milanese: era un trionfo annunciato, e tuttavia in questa occasione l' étoile russa ha raggiunto vette inattese di perfezione, offrendo nella doppia parte (cigno bianco-cigno nero) emozioni sottili e travolgenti, sempre nel segno di una tecnica impeccabile e di un'eleganza assoluta. Accanto a lei, qualsiasi Corpo di ballo non russo mostra i limiti di scuola e di esperienza che ormai tutti conosciamo. Il «Lago» è l' estrema esaltazione della «prima ballerina» romantica, punto d'arrivo dell' Ottocento; esaltato dalla musica di Ciaikovskij, il balletto pensato da Marius Petipa a Pietroburgo è diventato popolarissimo in tutto il mondo perché vi si combinano le storie reali e quelle del regno degli spiriti. Il principe Sigfrido è il modello di una civiltà che preferisce il sacrificio al compromesso: Roberto Bolle, con grande qualità artistica, morbida potenza e qualche accenno drammatico e sognante, gli ha dato corpo e anima, ben figurando accanto a Svetlana Zakharova e dividendo con lei il gran successo dello spettacolo. La coreografia di Bourmeister appare, come già scrivemmo, datata, con un lieto fine mal congegnato; le scene e i costumi di Roberta Guidi di Bagno hanno graziose sfumature, tocchi gotici e decadenti, foglie d'autunno e un lago ghiacciato senza perché; l' orchestra è stata tenuta sul ritmo da David Coleman, il Corpo di ballo non era sempre ordinato e fedele ai tempi musicali.
Mario Pasi
Una grande prova della star nel «Lago dei cigni» accanto alla prodigiosa étoile russa Svetlana Zakharova, che ispira a dare il meglio tutto il corpo di ballo scaligero
Si può mai sfuggire agli incantesimi del Lago dei cigni, da sempre balletto faro di ogni grande teatro? Al fascino di quella sua musica che così felicemente accarezza la romanticissima fiaba. Alla seduzione dei famosi 'atti bianchi' e alle raffinatezze di quei divertissement che, tanto sono noti, sono diventati anch'essi parte integrante di una storia dove la protagonista, la fanciulla condannata da un malefico mago a diventare cigno, è il simulacro della perfezione d'amore. L'unica creatura, Odette, in grado di vincere lo spleen, la malinconia che a sua volta tiene prigioniero il giovane principe Sigfrido predestinato al suo amore Ed eccolo, il popolare, amatissimo balletto, ancora una volta, regalo natalizio, sul palco- scenico della Scala ad aprire la stagione della danza (pubblico soprattutto conquistato da una Svetlana Zakharova che fa prodigi), dove rivive in tutto il suo fulgore, placido ma anche sempre velato d'inquietudine. Privilegiata, in questa occasione, la versione che negli anni Trenta ne diede il sovietico Vladimir Bourmeister e che recupera la partitura originale di Ciaicovskji, con una diversa distribuzione delle scene rispetto a versioni più moderne. Una versione in cui si opta per il lieto fine e che reintroduce la figura del Buffone anche se poi lascia un po' in penombra, o, meglio, sacrifica in parte il ruolo del Principe. Rieccolo in un allestimento più che decoroso dove le scene e i costumi di Robetta Guidi Di Bagno creano la giusta atmosfera, dove dimenticate le 'nevralgie' freudiane di Nureyev tutto assume maggiormente un risvolto fiabesco.
Un allestimento che soprattutto trae la sua carica emotiva dalla coppia davvero regale che sta al centro: Svletana Zakharova appunto, e il nostro Roberto Bolle. Nel pieno delle sue possibilità, la star russa a coniugare alla perfezione charme e autorevolezza; imponendo un senso al suo doppio personaggio: caricando di luce e di dolce sentimento Odette, a dar prova di un piacere perverso alla gioia della seduzione quando indossa il tutù nero di Odette. Magnifica. A sua volta l'étoile di casa nostra , dona al suo Principe nobiltà e una leggerezza virtuosa che forzano l'ammirazione. Superbo, fascinoso Bolle e la Zakharova a far meraviglie negli impegnativi, ardui pas de deux. Ma, da loro trascinato, anche il corpo di ballo scaligero è al meglio delle sue capacità. Travolgente nel ruolo virtuosistico del Buffone anche Antonino Sutera e brava la Brazzo quale principessa. Al podio David Coleman. Incandescente il successo.
Domenico Rigotti