BEDTIME STORY
coreografia di Nadav Zelner
assistenti prove Lydia Bustinduy, Francesca Caroti, Ander Zabala
musiche di Andre Hajj & Ensemble, Al Ajaleh, Mohammed Abdu
luci Tom Visser; costumi Maor Zabar; editing suono Matan Onyameh.
CLUSTER
coreografia Edward Clug, musiche Nuova composizione di Milko Lazar
luci Tom Visser, scene e costumi Edward Clug.
THE BIG CRYING
coreografia, scene, costumi Marco Goecke
musiche di Rorogwela, Electricity feat. Fire Eater, Tori Amos; editing suono Jesse Callaert
drammaturgia Nadja Kadel; luci Udo Haberland
Nederlands Danz Theatre NDT2, al teatro Ponchielli, 3 ottobre 2022
Ma perché il pubblico della danza deve gridare ed emettere gridolii di piacere alla fine di ogni performance? Bastano una serie di corpi scolpiti e movimenti assestati in maniera impeccabile per accendere le emozioni di una platea che si accontenta di essere solleticata da una fisicità ginnico/acrobatica? Sono gli interrogativi che ci si pone alla fine della performance degli eccellenti e ineccepibili giovani danzatori del celebre gruppo olandese, Nederlands Dance Theater NDT 2. Lo si dice con un po’ di rammarico perché si è avuta l’impressione di aver assistito a un buon saggio di un’ottima scuola e nulla più. Un po’ poco per l’inaugurazione di una stagione come «La Danza» del Ponchielli che ha alle sue spalle un glorioso e importante passato con i grandi della coreografia internazionale. Detto questo, i tre pezzi proposti – firmati da tre differenti coreografi – hanno dato l’impressione di una omologazione coreutica, costruita probabilmente sulle caratteristiche della scuola e dei suoi atletici danzatori. Che si tratti delle venature etniche di Bedtime Story, oppure della contemporaneità franta di Cluster o ancora di The Big Crying i movimenti si rassomigliano, la temperatura dei pezzi rimane, più o meno, invariata e conferma le abilità tecniche dei danzatori ma nulla più. Per carità non c’è nulla di male nel virtuosismo tecnico, nella costruzione di un movimento che mette a dura prova la fluidità del corpo, trasformando muscoli e articolazioni in un segno astratto e secco, ma tutto questo nella serata vista al Ponchielli è parso fine a se stesso, un buon esercizio di stile ma nulla di più, laddove i tempi gloriosi dei Nederlands Dans Theater sapevano regalare emozioni, stupore ma anche pensiero agito in scena. E allora non resta che accontentarsi di un buon saggio di ottima scuola, nulla di male.
Nicola Arrigoni