Roberto Bolle and Friends from the American Ballet Theatre
Trieste, Politeama Rossetti 19 luglio 2013
Teatro Carlo Felice, Genova 24 Luglio 2013
La tradizione coreografica più accademica e cristallina, coniugata ad aperture verso un repertorio più contemporaneo, ha punteggiato un programma di performance molto intenso. Cosmopolita per chiara fama artistica ma anche per impegno umanitario (è ambasciatore dell'Unicef), la stella di Bolle ha brillato in tutte le sue sfumature. Potente ed etereo, energico e languido, appassionato e controllato, il ballerino ha declinato le sue apparizioni con metodica interpretazione, in perfetta sintonia nei pas de deux più tradizionali (dall'atto III del Lago dei cigni), come in quelli più struggenti e trasognati (The Leaves are fading, coreografie di Antony Tudor su note di Dvořak) assieme all'algida e fragile coreana Hee Seo. O ancora con l'eterea Julie Kent nel Romeo e Giulietta (atto I, Prokofiev) di Kenneth MacMillan o nella sofferta Dama delle Camelie di John Neumeier (atto III, Chopin). Trionfale senza dubbio l'accoglienza della nuova creazione tutta italiana riservata al finale: l'assolo Prototype ideato, per l'occasione, con sofisticati effetti high-tech dal coreografo scaligero Massimiliano Volpini (su musica originale di Piero Salvatori). In un gioco suggestivo di effetti speciali, l'étoile ha danzato con i propri cloni esaltando la presenza di un uomo-modello leonardesco, archetipo di posizioni coreutiche tanto perfette da divenire quasi simboliche nella loro valenza universale.
Un gala che ha riservato momenti particolari anche gli altri artisti dell'ABT: Daniil Simkin – considerato il più valente saltatore del mondo – ha proposto oltre al classico Stars and Stripes di Balanchine (con Isabella Boylston) dove il formalismo della danza incontra un ironico patriottismo, anche lo scanzonato Bourgeois sulla voce inconfondibile di Jacques Brel. In After the rain i corpi della Boylston e di James Whiteside sono stati impegnati a trasfigurare la passione amorosa in un unicum ineffabile elaborato da Christopher Wheeldon. E ancora novità con i pas de deux di Nutcracker del russo Alexei Ratmansky (con Misty Copeland e Jared Matthews) e di Poised (al debutto in Italia) del giovane americano Joseph Morrissey (con Matthews e Yuriko Kajiya su musica drammaticamente cinematografica di Sylvain Chauveau).
Elena Pousché
Roberto Bolle torna a Genova dopo 12 anni quando il Carlo Felice ospitò la compagnia del Teatro alla Scala con il balletto Excelsior che vedeva il ballerino come sempre nel ruolo dello schiavo. Il pubblico genovese si innamorò di lui allora e questa passione sembra rimasta e diventata ancora più forte adesso che Bolle è diventata una star internazionale. Quello di Genova era il terzo appuntamento del tour italiano ROBERTO BOLLE AND FRIEND from the American Ballet Theatre dopo quelli di Trieste e Roma e prima di quello siciliano a Taormina. Una serata di grande danza quella offerta il 24 luglio sul palco di un teatro purtroppo sofferente per i problemi interni noti a tutti e che in quest'occasione sembrava ritrovare il sorriso e la gioia che solo l'effetto purificatore dell'arte sa dare. L'étoile del Teatro alla Scala e alcune stelle della celebre Compagnia di balletto americana hanno brillato insieme esibendosi in una selezione di brani scelti tra estratti di balletti e coreografi molto rappresentativi del repertorio dell'American Ballet Theatre. Ad aprire Tchaikovsky pas de Deux nella versione coreografica di Balanchine con protagonisti Misty Copeland e Jared Matthews indubbiamente impeccabili a livello tecnico, ma il secondo brano, il Pas de deux del I atto del Romeo e Giulietta di MacMillan è senz'altro quello che ha dato il LA allo spettacolo. Giulietta è apparsa in alto utilizzando il balcone realmente esistente a lato del palcoscenico e quando è entrato Romeo/ Roberto col mantello è venuto giù il teatro dagli applausi calorosi. L'esibizione perfetta nello stile mancava di quel pathos a cui eravamo abituati quando assistevamo alla stessa versione interpretata dalla coppia Bolle - Alessandra Ferri. La coreana Hee Seo ha dato una versione molto fresca e fanciullesca alla sua Giulietta, fedele in fondo al ruolo shakesperiano che vuole la protagonista del dramma poco più che una bambina. Più passionale e coinvolgente senz'altro il Pas de deux dell'atto III de La dama delle camelie di John Neumeier su musica di Chopin che chiudeva il primo tempo. Cavallo di battaglia di un Roberto Bolle arrivato all'apice della carriera in cui si percepisce completa la sua capacità espressiva e drammatica che in questo caso ben si sposava con quella della splendida Julie Kent, principal dancer e ballerina simbolo dell'ABT. Grandi applausi anche per Daniil Simkin, strabiliante danzatore russo, figlio d'arte, noto per i suoi eccezionali salti e ad oggi considerato uno dei più virtuosi ballerini dell'attuale panorama mondiale. Scanzonato ed intrigante nella sua esibizione di Le Bourgeois, canzone francese di Jacques Brel, Simkin ha dato gran prova del suo talento. Il secondo atto si staccava dal repertorio classico e prevedeva variazioni tratte da musiche di Sinatra, Arvo Part, Sylvain Chauveau e Philip Sousa, mettendo in evidenza la tecnica americana assolutamente virtuosa, molto differente da quella italiana che senz'altro volge più attenzione al lato espressivo di un'esecuzione, qui purtroppo elemento mancante. Novità assoluta il brano finale dello spettacolo totalmente inedito: Prototype, assolo creato per Roberto Bolle da Massimiliano Volpini, che unisce per la prima volta la danza classica ai più evoluti effetti digitali in un pezzo suggestivo realizzato grazie agli effetti speciali studiati dal gruppo di giovani artisti del video editing Xchanges Visual effects. Brano fortemente voluto da Bolle che ha sempre avuto e continua ad avere una visione della danza volta al futuro. La performance senza dubbio di effetto, vede il danzatore duellare con un sé stesso virtuale, una sorta di replicante più o meno inquietante a seconda di come si vuol leggere questa trovata scenica/coreografica. Una forma spettacolare senz'altro adatta ad un luogo all'aperto che all'interno del Carlo Felice sembrava soffocata non avendo il respiro che meritava come senz'altro è stato a Roma, aiutata dalla suggestiva cornice naturale delle Terme di Caracalla. Dieci minuti ci standing ovation alla fine dello spettacolo con mazzi di fiori gettati a Roberto assieme ad un cuore di pezza rosso che il ballerino ha gentilmente raccolto e tenuto fra le braccia facendo senza dubbio trepidare chi glielo ha lanciato.
Francesca Camponero