L'Oiseau de feu
musica: Igor Stravinskij
Chant du compagnon errant
musica: Gustav Mahler
Le sacre du printemps
musica: Igor Stravinskij
direttore: Daniel Harding
con Massimo Murru, Oscar Chacon, Dawid Kupinski Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala Milano,
Teatro alla Scala, dal 16 dicembre 2009 al 5 gennaio 2010
Le nozze di Maurice Béjart con la Scala sono state celebrate, testimone il sovrintendente Paolo Grassi, all' inizio degli anni 70, e sono durate, con alterne vicende, fino al giorno della scomparsa del coreografo-filosofo francese, nel novembre 2007. È stata una presenza che ha fatto capire anche a noi italiani le ragioni universali del balletto-teatro, portato fuori dalle sedi tradizionali e lanciato negli stadi e nei palasport; il messaggio era importante, esaltava la bellezza e la gioventù, giurava sulla vittoria dell' amore sulla morte, condannava le dittature e le violenze in nome di una felicità superiore. La Scala onora il «suo» Béjart con una serata carica di forti emozioni, riprendendo tre capolavori, «L' uccello di fuoco» e «Le sacre du printemps» di Stravinsky e «Il canto del compagno errante» di Mahler. Sono tre momenti di rottura «vera» con il passato, in particolare per quanto riguarda Stravinsky. Nell' «Uccello di fuoco» Béjart cancella l' antica fiaba russa per esaltare le lotte di liberazione. L' eroe, il poeta, può morire ma risorgerà come la mitica Fenice dalle sue ceneri. «Il canto del compagno errante», sui lieder di Mahler cantati in modo superbo dal baritono Maltman, è la storia dell' uomo e del suo doppio, un duetto straziante di lotta, passione, separazione (memorabile fu, nel 1971, l' interpretazione di Nureyev e Bortoluzzi). Alla fine l' altro di sé porta via, forse nel nulla, il protagonista, nuovo Orfeo senza Euridice. Il concetto del «Sacre» - sacrificio pagano dell' Eletta per far tornare la primavera - è stato da Béjart completamente rovesciato: è l' amore che trionfa collettivamente ed è l' amore che trasforma la società brutale in una festa miracolosa. Le musiche sono di grande firma ed esigono una direzione intensa, ritmicamente ed emotivamente perfetta: Daniel Harding ne ha recuperato tutte le tensioni e le bellezze. Il Corpo di ballo della Scala ha ben figurato soprattutto nel «Sacre». I solisti, degni dell' applauso caldissimo del pubblico erano Antonino Sutera , Eris Nezha, Massimo Murru, Gabriele Corrado, Francesca Podini, Mick Zeni.
Mario Pasi