L'Arlésienne: musica: Georges Bizet, con Emanuela Montanari / Marta Romagna, Massimo Murru / Mick Zeni / Roberto Bolle / Eriz Nezha
Le Jeune homme et la Mort: con Roberto Bolle / Antonino Sutera / Mick Zeni / Maurizio Licitra, Lucia Lacarra / Gilda Gelati / Marta Romagna
Carmen: musica: Georges Bizet, con Polina Semionova / Sabrina Brazzo / Lucia Lacarra, Roberto Bolle / Andrea Volpintesta / Massimo Murru
Orchestra e Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Milano, Teatro alla Scala, dal 6 al 17 settembre 2008
Nella serata di danza dedicata a Roland Petit dalla Scala ha svettato, dividendo con Roberto Bolle l' entusiasmo del pubblico, la giovane stella moscovita Polina Semionova, presenza fisica di alta seduzione e deliziosa capacità tecnica. Nella «Carmen» di Bizet che il coreografo parigino rilesse nel ' 48 (seimila repliche in 60 anni) in chiave moderna in una sintesi d' amore e morte ispirata a Goya, Picasso e Lorca, la 24enne danzatrice ha rinnovato i fasti della prima interprete, Zizi Jeanmaire: in una Siviglia dove Don José è un viveur in frac e Carmen lancia il suo messaggio eversivo in guepière, la tragedia si compie su percussioni, battiti di cuore travolgenti. Quaranta minuti di grande balletto, con bellissime scene e costumi di Antoni Clavé. Bolle è elegante e misurato, gli altri solisti, con Ventriglia nelle vesti ambigue del torero, quasi perfetti. Questo il clou del programma, iniziato con «L' Arlesiana» sempre di Bizet, dove Massimo Murru, con Emanuela Montanari è stato all' altezza di un ruolo intenso e sofferto. Nella ripresa del «Jeune homme et la mort», infine, Roberto Bolle ha esporto una strapotenza fisica, ma ha avuto in sorte una ballerina fisicamente inadatta -troppo piccola per dominare un atletico dannato della vita -, la peraltro bravissima, in altri ruoli, Lucia Lacarra. La vicenda esistenziale, resa meno astratta da inutili sottolineature erotiche, risultava poco credibile. Ha diretto David Garforth, coi giovani dell' Accademia scaligera: non è stata una festa della musica. E il Corpo di ballo, nell' «Arlesiana», non era scattante come coreografia vuole. Successo, repliche fino al 17.
Mario Pasi
La danza di Roland Petit, grande coreografo francese, è un veicolo perfetto per mettere in evidenza i talenti e le bravure dei danzatori della Scala: Roberto Bolle e Massimo Murru, accanto alle loro partner Lucia Lacarra, Polina Semionova ed Emanuela Montanari. Ma l'Arlésienne, entrata in repertorio in una serata tutta Petit in scena alla Scala, è di una povertà coreografica imbarazzante per le otto coppie del corpo di ballo. Gli assoli di Murru, devastato dal mal d'amore, convincenti, e il volo finale dalla finestra (più o meno come Tosca) un grande colpo di scena.
Le jeune homme et la mort (1946) ci presenta un Bolle maturo e sensuale come ragazzo innamorato e straziato sino al suicidio, Lacarra è una amante- morte che tortura con dolcezza.
Carmen (1949) è di nuovo uno strumento per mettere in evidenza le bravure interpretative di Bolle–Don José e di Semionova,
una Carmen che seduce con una sensualità prepotente e inconsapevole. Ma anche qui il corpo di ballo è costretto a gesti ormai sull'orlo del ridicolo.
Morale: non è tutto bello quel che è vintage.
Sergio Trombetta