La Giara: Musica: Alfredo Casella, Coreografia: Millicent Hodson da Jean Börlin, Ricostruzione scene e costumi Kenneth Archer, con Jorma Uotinen, Guido Pistoni
Apollon Musagète: Musica: Igor Stravinskij, Coreografia: Luca Veggetti da Serge Lifar, Ricostruzione scene Maurizio Varamo, Ricostruzione costumi Anna Biagiotti, con Igor Yebra, Oksana Kucheruk
Bacchus et Ariane: Musica: Albert Roussel, Coreografia Fredy Franzutti da Serge Lifar, Ricostruzione scene Maurizio Varamo, Ricostruzione costumi Anna Biagiotti, con Gaia Straccamore e Giuseppe Picone
Le Bal: Musica: Vittorio Rieti, Coreografia da George Balanchine, Ricostruzione coreografica di Millicent Hodson, Ricostruzione scene e costumi Kenneth Archer, con Alessia Barberini / Gaia Straccamore / Kristine Saso e Damiano Mongelli / Alessandro Molin, direttore: Ottavio Marino, regia: Beppe Menegatti
Corpo di Ballo e Orchestra del Teatro dell'Opera
Roma, Teatro dell'Opera, dal 30 gennaio al 3 febbraio 2008
Al teatro dell'Opera successo per la riscoperta di grandi balletti europei con scene e costumi del maestro italiano
Nel nome di un grande pittore-scenografo il Teatro dell'Opera di Roma, con la Serata de Chirico al Costanzi, mette in scena tutta un'epoca di felice creatività del Novecento. Forse la più felice visto ciò che ne è seguito. Sono gli anni che vanno dal 1924 al '31 e racchiudono nello spettacolo quattro balletti impressi profondamente dalle scene e dai costumi del futuro pictor optimus nella sua fase neoclassica. Ciascun balletto da solo apre una finestra su incontri e intrecci di artisti che stavano cambiando l'arte del teatro, e non solo la danza. Si pensi al primo titolo della Serata, La Giara. A Parigi il coreografo svedese d'avanguardia Jean Börlin voleva tradurre in danza il capolavoro di Pirandello dallo stesso adattato, e commissionò la musica ad Alfredo Casella che gli diede una splendida partitura cui aveva contribuito lo scrittore, mentre de Chirico disegnò bozzetti di scena e costumi impregnati di colore mediterraneo. Successo grande e immediato, ma inopinatamente il balletto non fu più ripreso. Per ricostruire questa combinazione di talenti geniali l'Opera di Roma si è avvalsa di due ricercatori specialisti cui dobbiamo altri straordinari recuperi, Millicent Hodson e Kenneth Archer.
Recupero avventuroso per il secondo titolo della Serata al Costanzi, Apollon Musagète sulla musica pastosa di Igor Stravinskij, composto per i Ballets Russes di Diaghilev. Nella coreografia di Luca Veggetti si è potuta riprodurre quella famosa di Serge Lifar non più vista dal '56, con gli interventi di de Chirico in parte spariti e recuperati presso il Teatro alla Scala. Insomma dopo 50 anni una novità quasi assoluta, danzata nella parte di Apollo da Igor Yebra, ospite internazionale di elegante compostezza, e con il décor dechirichiano sovrabbondante nell'invenzione e nei richiami alla classicità. Risale al 1931 l'altra creazione di Lifar riportata alla luce da questa meritoria operazione romana: Bacchus et Ariane nato con un gioiello del compositore Albert Roussel. La trascrittura fedele porta la firma di un coreografo italiano emergente, Fredy Franzutti che ha lavorato in profondità sulle venature filosofiche cui non è estraneo lo scenario, considerato che de Chirico lo dedicò a Nietzsche.
Toni Colotta
Quattro titoli riuniti sotto il comune denominatore di Giorgio De Chirico scenografo e costumista. Bella l'iniziativa del Balletto dell'Opera di Roma, diretto da Carla Fracci, di rendere omaggio al maestro della pittura metafisica. Peccato che ogni pezzo vada per conto suo. Per aperitivo La giara, da Luigi Pirandello, su musica di Alfredo Casella creato nel 1924 per i Ballets Suédois di Jean Börlin. Per noi le vicende del riparacocci gobbo intrappolato nella giara (qui l'inquietante Jorma Uotinen) con tarantelle e saltarelli sanno di cucina casalinga. Ma nella Parigi di allora era la moda e hanno fatto bene Millicent Hodson e Kenneth Archer, i mitici ricostruttori del Sacre di Vaclav Nijinskij, a riproporlo. Però di rivedere l'Apollo Musagète di Igor Stravinskij, versione Serge Lifar e non George Balanchine, non si sentiva bisogno e Luca Veggetti ha un'idea molto vaga dello stile ampolloso e borioso del coreografo franco-russo. Fredy Franzutti, ironico con Bacchus et Ariane su musica fracassona e divertente di Albert Roussel, parodizza il linguaggio di Lifar, dipingendo due bei ritratti per l'Arianna Gaia Straccamore e il Bacco Giuseppe Picone. In chiusura Le Bal di Vittorio Rieti e Balanchine amorevolmente ricostruito da Hodson e Archer.
Sergio Trombetta