Ideazione e regia Gabriela Carrizo and Franck Chartier
Interpreti Konan Dayot, Fons Dhossche, Lauren Langlois, Panos Malactos,
Alejandro Moya, Fanny Sage, Eliana Stragapede, Wan-LunYu
Musiche: Raphaëlle Latini, Ismaël Colombani, Annalena Fröhlich, Louis-Clément Da Costa
Luci Tom Visser
Scene Gabriela Carrizo, Justine Bougerol
Costumi Seoljin Kim, Yi-chunLiu, Louis-Clément Da Costa
Produzione Peeping Tom
Co-produzione Opéra National de Paris, Opéra de Lille, TanzKöln, Göteborg Dance and Theatre Festival, Théâtre National Wallonie-Bruxelles, deSingel Antwerp, GREC Festival de Barcelona, Festival Aperto/Fondazione I Teatri (Reggio Emilia), Torinodanza Festival/Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale (Turin), Dampfzentrale Bern, Oriente Occidente Dance Festival (Rovereto)
Triptych: The missing door, The lost room and The hidden floor è stato creato con il supporto del programma di protezione fiscale del Governo federale belga.
Con il sostegno della Rappresentanza Generale del Governo delle Fiandre in Italia
Reggio Emilia, Teatro Municipale Romolo Valli 7 novembre 2021
I ballerini Gabriela Carrizo e Franck Chartier con il loro collettivo di artisti ensemble, Peeping Tom, hanno rielaborato e raccolto in Triptych nuove versioni delle coreografie che hanno realizzato per il Nederlands Dans Theater: The Missing Door, The Lost Room e The Hidden Floor.
Le tre coreografie sono accomunate dall'imprevedibilità degli eventi in scena e sono intrecciate con personaggi che si sviluppano in stanze diverse dalle quali non c'è scampo. Sono tutti persi in un misterioso labirinto, guidati da vincoli naturali verso un destino incerto. Gabriela Carrizo e Franck Chartier mescolano passato, presente e futuro. La situazione è illuminata da più prospettive, il tempo narrato è dilatato e poi contratto. Ogni parte di Triptych ha una propria ambientazione e ricorda un set cinematografico. La prima parte, The Missing Door si svolge in un soggiorno con molte porte che non si aprono. E’ incentrata su un uomo che sta per morire e affronta un ultimo combattimento con il tempo, lo spazio e gli assenti che aprono tutte le porte tranne quella buona.In questa prima parte del trittico vengono affrontati gli ultimi minuti di vita, il momento tra la vita e la morte e la lotta solitaria con il tempo e lo spazio. La seconda The Lost Room si svolge su una nave, il luogo per antonomasia delle porte chiuse e della libertà da riconquistare, e si concentra sul mondo interiore, sulle emozioni e sui personaggi. The Hidden Floor continua il tema degli altri pezzi. L'ambientazione qui è un ristorante abbandonato, dove le forze della natura hanno preso il sopravvento. Le figure si aggrappano alle loro ultime speranze mentre l'acqua sale, cercando di sopravvivere e trovare una via d'uscita. Alla fine si allontanano. Gabriela Carrizo e Franck Chartier hanno creato un mondo inquietante, oscuro e circoscritto con un linguaggio unico ed estremo dei movimenti.
La forza di ogni parte della trilogia risiede nella continua imprevedibilità degli eventi. I momenti di sorpresa provengono principalmente dalla danza, un linguaggio di movimento seducente e avvincente che descrive un'atmosfera straordinariamente accentuata da paure psichiche primarie. I ballerini hanno offerto una performance incredibile. Con i loro corpi sfidano le regole della danza e le leggi della natura. A tratti lo spettatore si perde un po'. Le scene, modificate a sipario aperto, sembrano ripetersi, personaggi e oggetti scompaiono e appaiono dal nulla, a volte il tempo avanza ea volte torna indietro. A tratti può sembrare un incubo associativo. Con Triptych, Peeping Tom crea ancora una volta un mondo fantastico che parla della nostra memoria e dei nostri sogni in modo ricco di immagini dall'effetto, a volte assurdo, a volte esilarante. Con grande fantasia e attenzione alla precisione del movimento e al tecnicismo della scenografia, Chartier e Carrizo indagano i meccanismi alla base dei nostri ricordi. Peeping Tom ama confondere i confini tra teatro e danza, reale e immaginario, e in questa occasione umorismo, oscurità e bellezza si bilanciano in un momento sublime di realismo onirico in cui le regole della logica non si applicano.
Giulia Clai