THE COMMON FOREIGN LANGUAGE OF THE RED–HAIRED PEOPLE
coreografia: David Neumann, musica: Philip Glass
SOLO FOR TWO
coreografia: Mats Ek, musica: Arvo Pärt
PLACE
coreografia: Mats Ek, musica: Fläskkvartetten
con Ana Laguna, Mikhail Baryshnikov e David Neumann
Palermo, Teatro di Verdura, 18 luglio 2008
Mikhail Baryshnikov è stato, fra i ballerini del secondo 900, il migliore dal punto di vista tecnico: superiore perfino a Nureyev, anche se non ne eguagliava il carisma. Fuggito in Occidente nel 1974, divenne superdivo in America, e un interprete affascinante di coreografie contemporanee (memorabile il ruolo acrobatico nella «Dama di picche» di Roland Petit). Oggi a 61 anni «Misha» porta sulle scene il suo stile, la sua classe; allo Strehler, con Ana Laguna (nella foto), musa del Cullberg Ballet, ha ricevuto le accoglienze che spettano ai grandi. Tre assoli e un duetto, programma breve ma ricco di humour e di nostalgia, con nobili firme coreografiche, Mats Ek, Alexei Ratmanskij, Benjamin Millepied. In «Years Later» di Millepied, il Baryshnikov di oggi incontra la sua ombra, i tempi dei suoi massimi splendori, in un film in bianco e nero; piroette infinite, meraviglie d' alta scuola appaiono sullo sfondo, mentre Misha diventa sempre più piccolo. È un balletto intelligente, in cui il «divo» del Kirov fa autoironia e resta nei panni di un attore virtuale che legge la sua vita. Di buona qualità è anche il nuovissimo «Valse-Fantasie» di Ratmansky, musica di Glinka, spirito alla Cechov o alla Michalkov, dialogo di un uomo con un mondo invisibile ma vicino, ci riporta ai ballabili del giovane Sostakovic e del futurismo politico di Majakovskij. «Place» di Ek, è un duetto carico di nostalgia e di rancori, simbolo di una coppia bergmaniana interpretata magistralmente dai due attori- danzatori; «Solo for two», di Ek, offre l' usuale gestualità alla «Giselle» di cui Ana Laguna è maestra. Successo, tante chiamate, ma «il tempo passa e va».
Mario Pasi
Duetti quotidiani Michail Baryshnikov ha sessant'anni e balla ancora. Non ha più l'energia d'antan, ma stile ed eleganza restano intatti. Da tempo ha costruito un suo percorso di danza contemporanea lungo il quale è approdato a Mats Ek, massimo coreografo svedese. Che ha creato per lui e la sua eterna musa ispiratrice, Ana Laguna, il duetto Place, brano finale dello spettacolo Three Duets, presentato a Bassano del Grappa (Vicenza), Palermo e al Mittelfest di Cividale del Friuli (Udine).
È il dialogo affettuoso e bizzoso di una vecchia coppia abitudinaria attorno a un tavolo, sopra e sotto il tappeto di un ideale soggiorno. Simboli rassicuranti che servono a Ek per dare vita alla poesia del quotidiano fatta di gesti semplici, prosaici. Che però nel suo stile diventano surreali e ironici. Perfetti nell'interpretazione di Ana Laguna. Non completamente digeriti nella versione Baryshnikov che ne resta un po' distaccato. Ma la coppia è molto ben assortita e proprio dalla differenza nasce un clima poetico che cattura. La serata annuncia in apertura Solo for two, titolo faro del repertorio di Ek. Ma in questa rielaborazione diventa appena un aperitivo, mentre non convince, coreograficamente, il passo a due centrale di Misha con David Neumann, che ne è anche autore.
Sergio Trombetta
Virtuosismo mozzafiato, incredibile capacitdi volare, eleganza e classe superiore. Naturalmente parliamo di colui che stato definito 'il pigrande danzatore vivente', del lettone Michail Baryshnikov. La superstar transfuga dal Kirov (era il 1974) che a lungo fu il rivale del russo Nureyev. Apollineo nella concezione del mestiere, amante della perfezione proprio come il mitico Rudolf, il piccolo-grande Misha ha danzato i ruoli classici sino a quandostato in grado di affrontarli. E dopo aver mutato le coordinate del balletto accademico ha sposato il linguaggio contemporaneo e se nefatto paladino. Cos, a 60 anni da poco compiuti, riesce a dimostrare quanta voglia abbia ancora di stare in scena e di dare lezione di stile. Come avviene in questa eccezionale sua presenza al Mittelfest di Cividale del Friuli, risultata l'evento di questa 17edizione, ultima diretta da Moni Ovadia. Edizione che, incentrata sul temaCostruire il tempo, mette in vetrina svecchie glorie (ecco nella storica chiesa di San Francesco anche Giovanna Marini che con Ritorno ad Aquileia ripropone – come solo lei sa fare con il suo sapere e la sua voce straordinaria – antiche e ineffabili musiche del famoso Patriarcato), ma lancia un ponte a anche ai giovani attraverso la sezione Fragili futuri.
E regala anche un testo attualissimo e pieno di mordente come Lina di Massimo Salvianti e, nella riscrittura del piaudace degli scrittori tedeschi Han Magnus Enzensberger, riporta alla luce un Calderon de la Barca del tutto dimenticato: La figlia dell'aria in cui protagonista Semiramide, mito sovrano e negativo. Una serata, giil titolo lo indica, Three duets, quella accesa da Baryshnikov, modulata sul format del duetto e dove egli ha al fianco una delle pidotate, sensibili e squisite danzatrici del nostro tempo, Ana Laguna. Tre pezzi che conquistano il pubblico dell'affollatissimo teatro Giovanni da Udine del capoluogo friulano. Dove il primo dal lunghissimo titolo (che risparmiamo) ci consegna un Baryshnikov che duetta scherzosamente con David Neumann autore del lavoro non proprio memorabile. Un maestro che insegna all'allievo (o viceversa) come si pue si deve danzare. Altra invece la qualitdei due brani successivi. E qui a firmare un nome illustre, lo svedese Mats Ek, marito della Laguna. Ha ruolo marginale Misha in Solo for two, mentre la sua partner ha modo di dispiegare tutte le sue formidabili qualit. Nel finale Place, creato per i due e in cui Ek si rivela epigono di Ingmar Bergman fotografando un interno di vita familiare (amicizia, effusioni sentimentali, ma anche lotte e incomprensioni), Baryshnikov ha la possibilitinvece di risfoderare gli artigli del vecchio leone, anche se diventati magari artigli un po' smussati. Ma il pubblico non ci bada e per lui e la Laguna solo ovazioni finali.
Domenico Rigotti
Come sono lontani i principi azzurri e le acrobazie mozzafiato! Michail Baryshnikov, Misha per le irriducibili ragazze di ieri, ha sessant'anni. Ma balla ancora. Non ha più l'energia di un tempo, ma stile ed eleganza restano intatti. Da tempo, Baryshnikov ha costruito un suo percorso di danza contemporanea lungo il quale è approdato a Mats Ek, massimo coreografo svedese, che ha creato per lui e la sua eterna musa ispiratrice, Ana Laguna, il duetto Place. E' il dialogo affettuoso e bizzoso di una vecchia coppia abitudinaria attorno a un tavolo, sopra e sotto il tappeto di un ideale soggiorno. Simboli rassicuranti che servono a Ek per dare vita alla poesia del quotidiano fatta dei gesti semplici, prosaici. Che però, nel suo stile, diventano surreali e ironici. Braccia e gambe ripiegate per risaltare l'angolarità di gomiti e ginocchia, roteare del bacino, mani intorno alla testa. Perfetti nella interpretazione della Laguna, non completamente digeriti nella versione Baryshnikov che ne resta un po' distaccato. Ma la coppia è molto ben assortita e proprio dalla differenza nasce un clima poetico che cattura.
La serata annuncia in apertura Solo for two, titolo faro del repertorio di Ek, danzato in un memorabile video da Sylvie Guillem e Niklas Ek. Ma, in questa rielaborazione, diventa un coitus interruptus. Perché, dopo la lunga entrata di Laguna, quando arriva in scena Baryshnikov il pezzo finisce: un aperitivo del finale Place. In mezzo un altro passo a due con David Neumann che ne è anche autore. Baryshnikov ama generosamente lanciare nuovi talenti. Ma la creazione di Neumann, due atleti in allenamento, proprio non convince.
Sergio Trombetta