Bella Figura
coreografia: Jiri Kylián
Apollo
coreografia: George Balanchine
Voluntaires
coreografia: Glen Tetley
con Roberto Bolle, Sabrina Brazzo
Corpo di Ballo del Teatro alla Scala
Milano, Teatro alla Scala, dal 7 al 23 maggio 2009
La Scala recupera tre balletti «grandi firme» del 900, per un Trittico di buon impegno tecnico e intellettuale. Riprende l' «Apollo» di George Balanchine (1928), acquisisce «Bella figura» (1995) di Jiri Kylian, si riappropria di «Voluntaries» (1973) di Glen Tetley. Nulla di particolarmente nuovo, ma resta comunque la qualità. «Voluntaries» è il balletto riuscito meglio: la musica di Poulenc è coinvolgente, la coreografia di Tetley, americano che scelse l' Europa, è veloce, aerea, sicura, di forte impatto fisico. Pura danza, si potrebbe dire; l' esecuzione è stata molto buona, e sicuramente ogni solista si è sentito a suo agio nei passi e nei gesti, nelle figure e nelle composizioni plastiche. Citazione di merito per Antonella Albano, Mick Zeni, Francesca Podini, Gabriele Corrado ed Eris Nezha. Sogno e fantasia dominano «Bella figura» del boemo Kylian, che ha fatto la sua immensa carriera in Olanda e che ora torna volentieri nella sua Praga. Balletto barocco nel segno musicale (Vivaldi, Marcello, Pergolesi, Torelli) veneziano e italiano, un po' malizioso e aperto a quello stile che coniuga in modo intelligente passato e presente, «Bella figura» avrebbe avuto bisogno di una miglior cura delle luci e di maggior convinzione negli interpreti. Così esso è diventato triste, contro ogni previsione. Naturalmente, entusiasmo alle stelle per Roberto Bolle (foto) interprete del ruolo di Apollo nel balletto di Balanchine che fu il manifesto del neoclassico e che rivelò il nuovo Stravinsky non più «barbaro». Bolle era statuario e astratto, le Muse danzavano ubbidienti ai suoi ordini. Repliche fino al 23.
Mario Pasi