Opera in quattro atti di Giacomo Puccini
Libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica
Prima rappresentazione 1 Febbraio 1896, Teatro Regio di Torino
Direttore d’orchestra, Daniel Oren
Regia, Plamen Kartaloff
Maestro del Coro, Francesco Aliberti
Scene e Costumi, Alfredo Troisi
Maestro del Coro di Voci bianche, Silvana Noschese
Mimì, Mariangela Sicilia
Musetta, Sabina Puértolas
Rodolfo, Giovanni Sala
Marcello, Mario Cassi
Schaunard, Biagio Pizzuti
Colline, Carlo Striuli
Benoit, Angelo Nardinocchi
Parpignol, Paolo Gloriante
Alcindoro, Angelo Nardinocchi
Sergente dei doganieri, Antonio Cappetta
Doganiere, Alessandro Menduto
Un venditore ambulante, Vincenzo Tremante
Orchestra Filarmonica Giuseppe Verdi di Salerno
Coro del Teatro dell’Opera di Salerno
Coro di Voci bianche del Teatro “Giuseppe Verdi” di Salerno
Nuovo allestimento del Teatro Giuseppe Verdi di Salerno 28 Aprile 2024
Il Teatro Verdi di Salerno si conferma come uno dei migliori produttori di opera lirica degli ultimi anni. E’ incredibile come tale sodalizio nato da pochi anni abbia così tanto migliorato il suo livello produttivo da giungere oggi ad essere importante proprio per questo allestimento della Bohème di Giacomo Puccini. Nel centenario del maestro lucchese ovviamente Daniel Oren uno dei massi esperti direttoriali, non poteva mancare all’appuntamento e quindi ha sfoderato una delle opere più rappresentative. La Bohème che è uno schema di proposti e di consolidamenti fortemente voluti da Puccini. Dopo il successo della Manon Lescaut, nelle tante difficoltà di questa opera metaparigina, Puccini propone un percorso nuovo, diverso dalla precedente opera e soprattutto utile al prosieguo che sarà quella Tosca distante anni luce dalle pose di Edgar o de Le Villi. Nella Bohème Puccini innesta quel sentimento di tardo romantico aperto al futuro che sa molto bene come convincere il suo pubblico. Lo fa in una maniera incredibile, ogni scena dell’opera non ha precedenti e non ne avrà se non in quella direttiva tutta interiore di Puccini di ricreare dei temi che fossero come proseguimenti dei precedenti. In questo è favoloso. Così come lo è Oren, perfetto nel prendere e portare avanti il caldo canto di morte che aleggia già dalla prima scena dell’opera. Grazie anche ad una regia senza dubbi, in simbiosi con lo scorrimento musicale, l’opera funziona in una maniera incredibile. Tutto il cast ha bene nelle corde la grande devozione pucciniana. Non è come fare Verdi o Donizetti; Puccini quando lo si esegue deve essere una specie di percorso interiore. Importante quindi. Dunque nessuna sbavatura, anzi i due interpreti principali ovvero Mariangela Sicilia e Giovanni Sala meritano un grande plauso per la coerenza stilistica nell’interpretare le loro non facili parti. Ci riescono alla grande così come gli altri: Mario Cassi, Biagio Pizzuti, Carlo Striuli. Così come funzionano benissimo il coro e quello dei bambini. Le scene e i costumi riportano in un’epoca dalla forza evocativa. Insomma questa nuova produzione del Verdi di Salerno non fa che confermare il percorso di crescita costante. L’orchestra Filarmonica di Salerno dimostra ancora una volta di non essere da meno rispetto a quella dei massimi meridionali. Buon auspicio quindi per un prosieguo di musica eseguita secondo gli stilemi di alte professionalità. Marco Ranaldi