Piano: Jamie Safir
Basso: Michele Montolli
Percussioni: Will Cleasby
Teatro romano di Nora 10 Agosto 2023
Il pubblico di un concerto ha mille facce e nessuna. È, in un certo senso, un’astrazione. Riuscire a plasmare quest’astrazione, renderla viva e reattiva, partecipe di mille stati d’animo, mille emozioni, beh tutto questo riesce soltanto ai grandi artisti e la Jackson, malgrado la sua giovane eta’, è già una grande artista. Ha la vitalità dei suoi 29 anni. Il volto luminoso di un sorriso infantile e contagioso. La presenza monumentale dell’artista di razza che poi si scioglie in sensuali e personalissimi passi di danza perfettamente aderenti alle emozioni espresse dalla voce. E che voce! Roca e dolcissima, esile e corposa, potente e disciplinata. Dal primo brano (‘Sinnerman’) all’ultimo (‘Wild is the wind’), passando per ‘I put spell on you’, ‘Stormy Weather’, ‘Here comes the Sun’ e ‘Mississippi Goddom’ e tanti altri memorabili successi è stato un fuoco di artificio di trovate musicali, tonalità e timbri sempre nuovi, graffi aggressivi e dolcissimi vibrati. Dicono di lei che è l’erede indiscussa di Nina Simone per la potenza africana della sua voce, o di Judy Garland per la sua fedeltà agli stilemi del jazz classico americano. Probabile. Per me è Judi Jackson, una matura adolescente piena di entusiasmo, di sorvegliata spontaneità e di una grande creatività: cantautrice lei stessa, ha cantato molti dei brani di successo reinventandoli letteralmente, e quasi sempre il risultato è stato all’altezza dell’originale. Se non (almeno a me è parso) persino migliore, non foss’altro che per l’audacia e la modernissima sensibilità delle sue innovazioni. Era accompagnata da strumentisti di prim’ordine: Jamie Safir al piano, Michele Montolli al basso e Will Cleasby alle percussioni. Giovani talenti anche essi. Abbiamo tutti rimpianto la mancanza di un sax, una tromba, un corno francese, insomma un fiato. Ma abbiamo poi capito che quando spicca il volo, la voce della Jackson supera in sonorità la tromba di Gillespie. Attilio Moro