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Valeva la pena venir via dal mare per godersi questo Storie di mare in Piazza del campo.

Chi scrive non aveva ancora avuto il piacere di ascoltare la Filarmonica Arturo Toscanini dal vivo, ma ricorda che l’addetto stampa, italiano e bocconiano, del Royal Opera House di Londra lasciò quell’incarico per occuparsi per l’appunto di questa compagine orchestrale: ascoltare questi magnifici musicisti è stata pura gioia, e non ci meraviglia che il comune di Siena abbia dato la sua collaborazione all’evento, tanto più che ricordo il sindaco Nicoletta Fabio frequentare teatri e concerti dai tempi del liceo (infatti è una professionista della cultura prestata da poco alla politica). Il programma del concerto, per cominciare, è organicamente strutturato non solo sul tema dato, ma su quell’epoca ricca di diverse creatività in ogni campo artistico quali sono stati gli anni a cavallo tra otto e novecento, che hanno interpretato il verismo come il fantastico, in quell’epoca beata in cui la mitteleuropa non sapeva ancora che stava andando incontro alla spaventosa tragedia della prima guerra mondiale. Questi brani scelti inoltre sono creazioni sinfoniche di grande felicità espressiva, e quando la musica puoi ascoltarla, vederla, dalla conchiglia di Piazza, la godibilità dell’esperienza è totale. Anche se i tavolini all’aperto dei locali erano gremiti, potersi concentrare solo sul suono è un’altra cosa.

Ci ha avvolto dapprima l’Intermezzo pucciniano di Manon Lescaut, opera che il direttore d’orchestra, Beatrice Venezi, eseguirà per intero il 2 di agosto a Torre del Lago, e poi a seguire la troppo poco famosa Sinfonia del mare, che Gian Francesco Malipiero compose in gioventù, e tuttavia dimostra già la maturità espressiva del nostro grande protagonista del Novecento: il mare si racconta nel suo vario essere in ogni dettaglio, una musica narrativa con caratteri impressionisti che andrebbe ascoltata e riascoltata. Ma ciò che ha dimostrato al massimo la qualità di questa compagine orchestrale è stata la meravigliosa esecuzione della Sheherazade di Rimskij-Korsakov, davvero da Mille e una notte, da Il mare e la nave di Simbad, e poi Il racconto del principe Kalender, Il giovane principe e la giovane principessa, Festa a Bagdad. Il mare. Il naufragio. Pazienza se il pubblico, tra una storia e l’altra, ha espresso la propria emozione attraverso l’applauso: vuol dire che comprendeva l’avvicendarsi delle storie. Meravigliosi gli interventi del primo violino Mihaela Costea, nel dialogo colla viola di Costanza Pepini, e il violoncello di Vincenzo Fossanova, e poi i fiati di Gianmarco Leuzzi al flauto e Paolo Poma al clarinetto. Grazie al piccolo cannocchiale da teatro, mai così utile, bello individuare la provenienza del suono, e riconoscre come da presso il musicista, prima sommerso nel mare orchestrale. Venezi ha condiviso il bianco e nero degli orchestrali con un abbigliamento pudico di sicura eleganza, che pareva proprio dell’epoca delle musiche eseguite.

Annamaria Pellegrini