di e con Cristina Donadio
e con Matthieu Pastore
Musiche Marco Zurzolo
Con Marco Zurzolo, Marco de Tilla, Pino Tafuto
Abiti Alessio Visone
Produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
In scena al teatro Sannazaro di Napoli dal 10 al 12 febbraio
Il potere salvifico del teatro, le affinità, l’amore, i contrasti, i rapporti uomo-donna: è Marguerite di e con Cristina Donadio uno spettacolo elegante e ben strutturato in scena al teatro Sannazaro con Matthieu Pastore. Le musiche sono di Marco Zurzolo presente anche in scena con Marco de Tilla e Pino Tafuto. Una produzione Tradizione e Turismo – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro.
Lo spettacolo ha origini nel 1987-88 quando l’artista ha messo in scena Frammenti di donna tratto da L’amante di Marguerite Duras.
Ma adesso, dopo trenta anni, la Donadio ha approfondito ad ampio spettro lo studio sulla Duras, trovando nei gesti, nella voce, nel tono, nel colore molte affinità.Emerge con forza la straordinaria capacità della scrittrice francese di attraversare, in prima persona e con intensa emotività, tutti gli stati d’animo che nascono dal dolore per la perdita di una persona cara, e non solo, ma anche come l’amore funziona da mezzo di contrasto per evidenziare una storia familiare difficile e dolorosa, fondata come è su un rapporto di odio-amore tra la giovane donna e sua madre.
Le scelte della Donadio sono tutte giuste: dietro ad un velatino nero, l’artista siede su una poltrona e racconta con la sua voce capace di mutare in mille variazioni, dolce, aspra, rauca, avvolgente, respingente. Nell’elegante contesto i ricordi cominciano ad affiorare. Con forza per evidenziare il rapporto conflittuale con la madre, per poi perdersi nel racconto di un amore, anch’esso contrastato, ma di certo totalizzante e da qui viene fuori la figura dell’uomo sempre presente nelle parole della Duras.
Sembra che in tutte le sue opere la scrittrice non faccia altro che parlare di lei, della sua infanzia, dei suoi contrasti e della presenza costante di un uomo nella sua storia. Matthieu Pastore incarna questo uomo e lo fa con una notevole intensità, recitando in francese, e fondendo la sua voce con quella della Donadio per contrasti violenti, a momenti.
Intanto sulla scena scorrono video che raccontano la vita di questa donna, molto legata al mare, elemento fondamentale nel racconto. Sono scene incisive queste che attraversano il palco e catturano l’attenzione dello spettatore.
Cosa dire della musica di Marco Zurzolo al sax, con gli eccellenti Marco de Tilla e Pino Tafuto? Un meraviglioso tappeto sonoro che a volte contrasta, altre volte precede il racconto per incontrarsi, solo nel finale, in una lenta, cinematografica dissolvenza.
Nelle sue note la Donadio scrive “Marguerite non è altro che un atto d’amore…” ed è proprio così un delicato ed intimo racconto in cui l’attrice si mette a nudo nella sua fragilità, ma che è soprattutto un modo per vivere il dolore e da esso ripartire per tornare ad essere donna. Bravi tutti attori e musicisti, capaci di regalare una breve perla di eleganza, uno scrigno di emozioni e sentimento da vivere lasciandosi andare.
Roberta D’Agostino