In collaborazione con Avos Project - Scuola Internazionale di Musica - Roma
Con la partecipazione straordinaria di Beatrice Rana e Ludovica Rana
F. Schubert
Prometheus D. 674
J. Turina
Círculo, fantasia per pianoforte, violino e violoncello, Op. 91
Amanecer. Lento. Andantino. Andantino mosso
Mediodía. Allegretto quasi Andantino. Allegro moderato. Allegretto quasi Andantino
Crepusculo. Allegro vivace. Allegro molto moderato. Andantino. Andante. Lento
A. Dvořák
Trio per pianoforte e archi n. 3 in fa minore, Op. 65 (B.130)
Allegro, ma non troppo
Allegretto grazioso
Poco adagio
Finale. Allegro con brio
Nell'ambito del Progetto Speciale:
Nel segno di Dvořák e Brahms: il pianoforte da camera
Trio Alea Ensemble
Lecce - Museo Castromediano 18 Luglio 2024
Nel prosieguo serale in un luogo altisonante come è il museo archeologico di Lecce, la proposta notturna di Classiche forme abbraccia quella dovuta presenza aleatoria di una indefinibile animosità creativa. L’esordio con un breve omaggio di Schubert al mondo antico eseguito dalle guest star Beatrice e Ludovica Rana sa di passaggio ad interiori mondi di inusuale bellezza. Vedere alla voce romanticismo e comprendere come tutto il programma nel segno di Antonin Dvorak sia talmente corrispondente a tale voce da lasciare gli ascoltatori attoniti. Ma se Schubert nel breve cameo significa il significante romantico, quello che lascia Joaquin Turina è verosimilmente stupendo. I Tre giovani interpreti del Trio Alea sono talmente bravi da rendere Circulo , una rara opera di Turina, un passaggio interiore utile a trasformare il luogo d’archeologica profondità in un luogo esposto al sole. Paradosso per paradosso gli Alea sono talmente bravi da introdurci in un vero mondo infero attraverso quella mistura di capolavoro assoluto che è Circulo. Un insieme di linguaggi, di iberici scoramenti e di americane infiltrazioni quasi dantesche. In quest’opera è tutto talmente significante da rendere l’ascolto una vera esperienza sensoriale. Altro che certe rumorose opere contemporanee di un esasperante tonalismo e di una inguaribile bruttezza. Turina sapeva comporre con quella mano di sapiente compositore della ricerca interiore. Bravissimi. Così come lo sono stati nel proporre un altro capolavoro come il Trio n 3 di Dvorak. Certamente il compositore boemo aveva una idea di sinfonismo pluralista , nel senso che era talmente innamorato di una altisonante competenza di sinfonismo che nei trii e non solo in tanta sua musica da camera troviamo tale riferimento. Certo anche Brahms non scherzava ma Dvorak non esita un momento in questo suo ideale sinfonismo cameristico. Viola Pasquini, Mattia Geracitano e Dario Callà meritano un vero e proprio pensiero di alti propositi con la certezza che la loro già iniziale carriera possa rispondere sempre a quello che oggi sono capaci di fare. Come pochi veramente. Marco Ranaldi