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NUVOLARIO - regia Filippo Andreatta

“Nuvolario",  regia Filippo Andreatta “Nuvolario",  regia Filippo Andreatta

Musica di Steve Reich, Music for 18 Musicians
eseguita dall’ensemble Sentieri Selvaggi: Elisa Bonazzi, Sara Jane Ghiotti, Gaia Mattiuzzi, Giulia Zaniboni voci – Piercarlo Sacco violino – Aya Shimura violoncello 
Mirco Ghirardini, Giovanni Pignedoli clarinetto e clarinetto basso – Leonardo Bertolino, Carlo Boccadoro, Andrea Dulbecco, Nicola D’Auria, Ettore Marcolini, Edoardo Maviglia, Matteo Savio percussioni
Gabriele Carcano, Bruna Di Virgilio, Valentina Messa, Andrea Rebaudengo, Leonardo Zunica pianoforti
regia Filippo Andreatta 
collaborazione drammaturgica Veronica Franchi
video CGI Francesco D’Abbraccio 
assistente alla regia Sara Thaiz Bozano
direttore di scena Cosimo Ferrigolo
luci Filippo Andreatta, Bianca Peruzzi
sviluppo e comunicazione Anna Benazzoli
fotografie Giacomo Bianco
creative producer Chiara Boitani
amministrazione Lucrezia Stenico
sviluppo internazionale Job Rietvelt
animale guida yún (云)
produzione Office for a Human Theatre [OHT]
co-produzione Fondazione I Teatri / Festival Aperto – Romaeuropa Festival – Sagra Musicale Malatestiana
residenza artistica Centrale Fies, Teatro alla Cartiera Rovereto
con il contributo di MiC, Provincia Autonoma di Trento, Fondazione Caritro di Trento e Rovereto
Teatro Cavallerizza, Reggio Emilia, 12 ottobre 2024

www.Sipario.it, 18 ottobre 2024

Filippo Andreatta, regista teatrale e ricercatore di nuove forme, fondatore di OHT, Office for a Human Theatre, ha presentato per Aperto festival il suo nuovo progetto multimediale Nuvolario. Partendo da Music for 18 Musicians, uno dei brani più iconici di Steve Reich, maestro indiscusso del minimalismo, Andreatta ha associato alla musica ipnotica e ripetitiva di Reich immagini che potessero rispecchiare il respiro e il movimento di questa composizione. Ha utilizzato le nuvole, materia evanescente e in continua lenta trasformazione. Nel progetto Andreatta ha coinvolto per la parte visuale LOREM, un progetto multidisciplinare di Francesco D’Abbraccio, musicista e ricercatore dei nuovi media visivi sviluppati attraverso reti neurali e sistemi digitali, e per la parte musicale l’ensemble Sentieri Selvaggi, fondato e diretto da Carlo Boccadoro, una delle formazioni più esperte nell’interpretazione della musica contemporanea, impegnata nel progetto di avvicinare la musica contemporanea al grande pubblico da oltre 20 anni.

Andreatta con la sua inventiva sviluppa tematiche colte e complesse utilizzando un linguaggio originale e sfaccettato che attinge dall’arte, dall’architettura e dal design riuscendo sempre a creare ambientazioni leggere e stimolanti, senza scadere nella sperimentazione fine a sé stessa.

Nuvolario è una piccola enciclopedia delle nuvole, da sempre celebrate nell’arte, nella letteratura, nella poesia e nella musica, che hanno ispirato i più grandi interpreti del passato in ogni campo del sapere umano, ma anche viste in chiave negativa come materia oscura, che annebbia la visione.  Tra le tante citazioni possibili ricordo le magiche parole di De Andrè: <<Vengono, vanno, ritornano - E magari si fermano tanti giorni - Che non vedi più il sole e le stelle - E ti sembra di non conoscere più il posto dove stai>>.

 

 

La partitura di Reich è una summa del suo stile minimalista, forse la sua opera più completa e ricca. Distribuendo i musicisti in ruoli ben definiti il compositore affida a tre marimbe e due xilofoni il compito di creare un tappeto ritmico continuo, chiaramente ispirato ai gamelan balinesi, su cui si inseriscono gradualmente le sottili variazioni create dai due clarinetti, dai due archi e dalle quattro voci, anch’esse tutte in chiave ritmica, così come il suono dei quattro pianoforti utilizzati come strumenti percussivi. Ciascun accordo corrisponde a un'inspirazione ed espirazione del clarinetto, sino all'esposizione degli undici accordi principali, che in seguito verranno sviluppati nelle relative sezioni, con il vibrafono che detta il passaggio alle varie parti con cinque tocchi cristallini. Ne scaturisce un complesso universo musicale dove le pulsazioni ritmiche dialogano con il respiro dei fiati e delle voci e creano un’onda sonora in continuo divenire. In questa composizione viene portata alla massima espressione artistica la tecnica del phasing da lui proposta negli anni ’60, che consiste nel mettere in parallelo due elementi musicali a velocità differenti fino ad arrivare ad una sfasatura ritmica, che induce l’ascoltatore a una sensazione contraddittoria di ripetizione e cambiamento sottile.

L’orchestra è celata dietro uno schermo trasparente su cui vengono proiettate le immagini, che quindi la coprono in parte, e per i primi minuti si succedono sullo schermo trentadue schede che associano un estratto letterario, o una breve comunicazione anche via whatsapp, a riproduzioni di quadri o foto, tutte attinenti alle nuvole. Questo succedersi di citazioni è interessante ma tende a distrarre un po’ dallo sviluppo della complessa trama sonora, che, per le sue caratteristiche minimalistiche, richiede un ascolto attento. Partono quindi immagini e filmati di nuvole che scorrono da un secondo schermo dietro ai musicisti a quello frontale, creando un vortice lento e avvolgente che immerge il pubblico in una dimensione eterea, in perfetta fusione con lo scorrere incessante della musica di Reich. Si resta così completamente immersi in una sinestesia visiva e sonora che accentua ancor di più il carattere ipnotico della partitura, e induce per un’ora ad un viaggio interiore in un mondo lontano dalle angosce quotidiane, alla ricerca di uno spazio di quiete nella danza degli elementi.

L'ascolto descritto induce a ripensare i paradigmi assodati, confrontandoci con l'energia primordiale che la civiltà ha domato. La musica diventa una lezione cosmologica, riflettendo la ciclicità del tempo e della natura: siamo parte di un moto eterno e senza destinazione, semplici comparse nell'infinita danza dell'universo.

Giuia Clai

Ultima modifica il Lunedì, 21 Ottobre 2024 10:34

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