UTO UGHI, violino
BRUNO CANINO, pianoforte
G. F. Haendel Sonata in Re maggiore op.1 n. 13
J. Brahms
Sonata per violino e pianoforte n. 2 in La maggiore op. 100
Allegro amabile
Andante tranquillo - Vivace di qui andante
Allegretto grazioso
Chaikovskij Souvenire d’un lieu cher op. 42
P. De Sarasate Carmen fantasy
Potenza - Auditorium del Conservatorio "C. G. Da Venosa” 13 maggio 2022
L’incontro di due leoni ha portato nell’auditorium del Conservatorio di Potenza (assolutamente non riscaldato e quindi poco accogliente) una ventata di centrismo musicale. Ovvero ascoltare e vedere Uto Ughi e Bruno Canino ha dato proprio quella sensazione di trovarsi a ripercorrere un lunghissimo tratto della storia dell’esecuzione europea. Infatti Ughi è ancora oggi uno dei rappresentanti di quella scuola italiana d’esecuzione violinistica che ha poco da invidiare a quelle sovietiche o francesi. Per non dire di Bruno Canino il più ricercato pianista da parte dei più importanti solisti della scena della musica classica. Quindi ascoltarli dal vivo è stato importante. Soprattutto quando il perno di questo concerto è stato il compositore Johannes Brahms che con la Sonata n. 2 ha aperto il senso del suono romantico a prospettive future che ancora oggi sono facilmente rintracciabili in una partitura di estrema bellezza ed eleganza. Così come la rara esecuzione di Souvenire d’un lieu cher op. 42 di Piotr Iliic Caikovskij: partitura estremamente lirica affine alla scrittura del compositore russo che ha aperto la strada a quel lirismo romantico che si ricollega idealmente proprio all’opera di Brahms. Per riscaldare la fredda atmosfera della sala, il duo ha aperto il concerto con la Sonata in Re maggiore n. 1 di George Frederich Haendel. Un vero capolavoro del pensiero logico del compositore sassone che tanta fortuna ebbe in Inghilterra. Infine un brano cosiddetto da bis ovvero la Carmen Fantasy di Pablo De Sarasate compositore spagnolo fra i più importanti della sua generazione e raffinato violinista. Due i bis concessi per una serata dove il tempo si è fermato. La suprema presenza di due mostri sacri del concertismo ha reso il tutto talmente importante da dimenticare tutto il resto.
Marco Ranaldi