Uno spettacolo scritto, diretto e interpretato da Renato Zero
Band:
Danilo Madonia - direzione musicale, pianoforte e tastiere
Lele Melotti - batteria
Lorenzo Poli - basso
Fabrizio Leo - chitarre
Giorgio Cocilovo - chitarre
Bruno Giordana - tastiere e sax
Rosario Jermano – percussioni
Coro Wacciuwari:
Silvia Aprile, Serena Caporale, Serena Carta Mantilla, Andrea D’Alessio, Antonio Granato, Frankie Lovecchio, Yuri Magliolo, Marica Ranno, Zoe Ranno, Riccardo Rinaudo
Corpo di ballo:
Sofia Bartoli, Francesca Bosco, Giulia Bresciani, Christian Corsi, Anthony Dezio,. Filippo Grande,. Andrea Pacifici, Sabrina Perreon, Sara Soares, Alessandro Trazzera, Ivan Trimarchi, Sofia Zanetti
Coreografie: Kristian Cellini
Orchestra Filarmonica della Franciacorta diretta dal Maestro Adriano Pennino
Roma – Palazzo dello sport 4 maggio 2023
“Meritavamo di vincere. Meritavamo di crescere. Abbi cura di te”. Su queste parole del brano di apertura, Quel bellissimo niente, Renato Zero entra in scena, con un pubblico che gli regala una standing ovation emozionante, dando inizio al suo spettacolo: Zero a Zero. Una sfida in musica. Dopo le serate evento di festeggiamento per i suoi già compiuti settant’anni al Circo Massimo, il grande e poliedrico cantautore ha deciso di fare una tournée per l’Italia, condividendo con i suoi fan un confronto che da sempre lo ha caratterizzato: quello fra l’uomo Renato e il suo alter ego, poeta e musicista, Zero. Chi tra i due avrà la meglio?
Definire quelli di Renato Zero concerti è riduttivo. Perché non ci si trova mai di fronte a show concepiti solo per esibizioni musicali. In realtà si tratta di spettacoli accostabili al genere opera lirica in chiave moderna. Perché vi si raccontano storie; si affrontano tematiche o si attraversano sentimenti, rivivendoli in tutte le loro sfaccettature, mediante canzoni e recitativi in forma di monologo, in un’alternanza ben equilibrata.
In quest’ultimo spettacolo, Zero ha mostrato il costante confronto che intrattiene, forse quotidianamente, con sé stesso. Divergenze di idee, di punti di vista, proteste, chiarimenti, riappacificazioni momentanee, di nuovo scontri. Ma senza tensioni. Semmai cercando, ogni volta, un nuovo e più saggio equilibrio, come recita l’inizio del ritornello del brano omonimo che dà il titolo allo spettacolo: “Zero a Zero e palla al centro”. Nessuno dei due deve prevalere. Entrambi, però, dovranno procedere di pari passo alla ricerca di “una complicità infinita”.
Renato Zero invita tutti a praticare questo confronto con sé stessi. È da qui che inizia quel sano esercizio di consapevole libertà che ognuno deve mettere al centro della propria esistenza. Il tutto condito da fantasia, sana follia, saggia e viva memoria, rispetto di sé e degli altri da un punto di vista interiore e spirituale.
Concetti profondi, veri, vissuti dal grande cantautore attraverso una scaletta variegata che ha saputo alternare classici del suo repertorio (Vivo, Potrebbe essere Dio, Io uguale Io, Il cielo, Amico, I migliori anni della nostra vita) a brani più recenti (Ufficio reclami, Rivoluzione, Vizi e desideri).
Zero sul palco è energico, armonico nei movimenti, con una carica interpretativa raffinata e potente, di grande impatto emotivo. E la sua voce: modulata alla perfezione, con un vibrato ben gestito, acuti e bassi ricchi di armonici.
Questo Zero a Zero è certamente uno dei migliori spettacoli del nostro cantautore. Fantasioso, profondo, spiritoso (bellissimo il dialogato in video fra Renato e Zero). Straordinario il corpo di ballo che ha accompagnato molti brani, così come meravigliosi sono stati i musicisti e il coro.
Un match ricco di spunti, finito in parità come recita il titolo. Ma che ha decretato una vincitrice su tutti: la grande Arte. Della quale Renato Zero è fiero ed elegante ambasciatore da oltre cinquant’anni.
Pierluigi Pietricola