scritto da Maurizio Cosanzo e Enrico Vaime
regia: Giancarlo Nanni
con Manuela Kustermann e Fanny Cadeo
Roma, Teatro Parioli, dal 23 ottobre al 4 novembre 2007
I quattro monologhi/episodi in scena al Parioli (Arrivederci e grazie, fino al 4 novembre), scritti da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime, sembrano fatti apposta per parlare di prototipi femminili da cui i maschi dovrebbero tenersi alla larga. E non, come si potrebbe credere, per fornire un affresco contemporaneo della femminilità frustrata da uomini insensibili e/o piagnoni. Come dire che queste quattro donne - due interpretate da Manuela Kustermann, due da Fanny Cadeo - non possono proprio lamentarsi dei maschi: una cerca di eccitare il suo lui con biancheria intima improbabile e frustino maneggiato con goffaggine (Cadeo, Arrivederci e grazie); una ha amato farsi plasmare da Pigmalione e poi si accorge di aver perso l'identità (Kustermann, Holden); una, mai troppo coinvolta in faccende sentimentali per non soffrire, è una manager perfetta ma inappagata (Cadeo, Sull'affetto e altri impicci); la quarta, - 45 anni "trattabili", la più riuscita perché usa autoironia e tic credibili - va dallo psicanalista perché ha avuto la visione di una Madonna che in realtà stava cercando un'altra persona (Kustermann, La Madonna della Terrazza Martini).
Non c'è la pretesa di sollevare nuove questioni né particolari riflessioni sulla coppia. La domanda - con risposte ancora indagabili e contraddittorie - è (forse) se sia l'uomo o la donna ad avere certi geni nel dna: fuga dalle responsabilità, scarsa disponibilità all'ascolto, distanze non elaborate dai nidi genitoriali e poca comprensione delle ansie altrui (da prestazione e non). Ai posteri l'ardua sentenza, non ci resta che chinar la fronte all'unisex emotivo. La regia è di Giancarlo Nanni.
Paola Polidoro