da Charles Dickens
riscrittura a cura di Pino Carbone e Anna Carla Broegg
un lavoro del collettivo artistico Progetto Nichel
con: Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais, Rita Russo
Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta, Fabio Rossi
musiche Antonio Maiuri
produzione musicale Marco Messina
costumi Rita Russo
regia Pino Carbone
Produzione Casa del Contemporaneo e Tradizione e Turismo
In scena alla sala Assoli e al teatro Sannazaro di Napoli in contemporanea dal 10 al 12 marzo
Tanti spunti, molte idee, un approccio innovativo alla concezione di fruizione ‘classica’ del teatro in Un canto di natale - Processo al consumismo nell’adattamento da Dickens di Pino Carbone ed Anna Carla Broegg.
Gli autori partono da Dickens lavorano, con il collettivo artistico Nichel, per realizzare qualcosa di particolare. Un unico testo, che in va in scena contemporaneamente con due cast differenti, uno maschile ed uno femminile, in due teatri napoletani differenti, la sala Assoli ed il teatro Sannazaro. La regia è di Pino Carbone.
Un Canto di Natale-processo al consumismo, non è un semplice spettacolo è un progetto più ampio che nasce da un percorso di ricerca, residenza artistica e formazione sul consumismo.
Di Dickens restano le tre fasi del processo con i tre fantasmi, e tutto muove intorno al personaggio chiave Ebenezer Scrooge che subisce un processo in tre fasi che si svolge sotto gli occhi del pubblico.
Di certo non ci è voluto poco tempo per arrivare a questa messinscena sotto tutti i punti di vista. Il testo, scritto con maestria dai due autori, risulta efficace e d’impatto in ogni sua parte.
La regia di Carbone spazia in più registri e con più linguaggi anche antitetici tra loro; penso, infatti, all’utilizzo della poesia, dell’ironia, della risata ed anche del non sense. Non si utilizzano luci esterne sul palco solo quella che proviene dallo schermo posto sul fondo del palco dove si proiettano i video ed elementi di luce ottenuti con gli espedienti più disparati: cellulari, neon, cerchi al neon luminosi, luci applicate sulle mani degli attori. Tutti questi elementi restituiscono una illuminazione studiata, raffinata ed efficiente, che garantisce risultati eccellenti per quanto riguarda la restituzione delle atmosfere dello spettacolo. I costumi contribuiscono a rafforzare le idee registiche. Di certo nel lavoro nulla è lasciato al caso.
Tre tappe del viaggio, molto diverse tra di loro, che portano ogni istante ad una nuova domanda.
Con il fantasma del passato si attacca il degrado ambientale che la nostra società porta ormai nel suo DNA, con quello del presente la società e la famiglia, con quello del futuro le domande restano molto aperte. Forse è proprio questo scenario che inquieta di più lo spettatore perché è un futuro da cui è bene scappare. A differenza degli altri due momenti questo terzo non si serve di parole, ma solo di gesti.
I video che accompagnano tutto lo spettacolo sono un parte fondamentale del racconto e sono realizzati con grande cura.
Ma perché utilizzare due cast quello maschile e quello femminile? Perché come analisi e critica della società contemporanea riflette anche la differenza di genere di cui tanto si parla. Emergono le diversità e le peculiarità degli uomini e delle donne ma anche, e soprattutto, si afferma la possibilità di essere ciò che si vuole.
Tutti gli attori Anna Carla Broegg, Francesca De Nicolais, Rita Russo, Alfonso D’Auria, Riccardo Marotta, Fabio Rossi sono chiamati ad una difficile prova attoriale caratterizzata da cambi di personaggi, di abiti, di atmosfere continui che li tiene impegnati per un’ora e venti senza sosta.
Uno spettacolo che invita a porsi delle domande e quindi risulta ‘scomodo’, ma proprio per questo va visto con la consapevolezza che tutti noi siamo sotto processo ogni giorno.
Roberta D’Agostino