di Rocco Papaleo, Walter Lupo
con Rocco Papaleo,
e con i musicisti Arturo Valiante (pianoforte e altri tasti), Guerino Rondolone (bassi e contrabbasso),
Davide Savarese (tamburi e suoni), Fabrizio Guarino (chitarre)
scene Sonia Peng
suono Alberto Recchia
backliner Stefano Nuccetelli
organizzazione e cucina Giampiero Da Dalto
produzione Carlo Pontesilli per Less Is More Produzioni, Teatro Stabile di Bolzano
regia Rocco Papaleo
Padova, teatro Verdi, 6 aprile 2023
Nel divertente e caotico marasma di “Coast to coast” scritto da Rocco Papaleo e Valter Lupo visto al Verdi di Padova, nello specifico, appare chiaro fin dal primo istante, cioè quello di entrare in sala a luci pienamente accese, che si va assistendo a un rito che propizia, illustra un viaggio della mente, delle parole. Che vien fatto di lì a poco attraverso la musica e le belle canzoni che Rocco Papaleo, protagonista sulla scena assieme ai suoi musicisti, offre al pubblico. Levata dal titolo la Basilicata, rimane il coast to coast appunto, un monito per essere portatori di meraviglia sempre pronti alla prossima, il viaggio appunto di cui sopra finchè è possibile farlo prendendo il sano dalla vita, l’emozione, il saper cogliere quel qualcosa in più dello scorrere veloce del tempo. Papaleo è straordinario, gioca e si mette a disposizione degli spettatori nel miglior modo possibile, accogliendo in sala tutti quelli che vogliono salutarlo, farsi una foto, parlare del più e del meno e questo, prima ancora che inizi lo spettacolo, è già spettacolo, e non certo forzato. Il marasma poi riguarda la scena, a sipario del tutto aperto, che contiene bizzarri elementi, un’asse da stiro con relativo uomo che stira magliette, camicie, qualche strumento, bauli e funi teatrali, e una cucina da campo dove si sta preparando qualcosa di buono di certo. E’ anche questo un predisporre al viaggio, allo stupirsi, al meravigliarsi di un incontro che sa già di buona musica, belle persone, il giusto cammino. Per quelli che non si interessano di ciò, l’uscita è sempre pronta, basta ripercorrere i propri passi. Del resto lo show, per dirla all’americana, è già iniziato e la cosa è simpatica e mai vista o quasi in uno spettacolo. La grossa pentola che sulla cucina del palco troneggia a volte sbuffa di vapori e profumi invitanti, che pervadono il teatro . Non manca nemmeno uno stender appendiabiti dove in fila sostano altre magliette, qualche giacca, e tutt’attorno a questa scena insolita persone che vanno e vengono indaffarate, musicisti, tecnici. Rocco Papaleo propone una ricetta dunque adeguata, ironica, spassosa, mettendosi nei panni di tale Orlando Bevilacqua, che ha attraversato la gioventù assieme a un certo Rocco…tra il perorare la causa del cinema invitando i presenti ad affollare le sale soprattutto con l’occasione del suo film nuovo “Scordato”, Papaleo offre il suo essere saltimbanco di prim’ordine col suo gruppo, pescando nel grande mare della (sua, quasi sempre) musica, andando qualche volta anche nella direzione di chi racconta le proprie idee, politiche, sentimentali. I personaggi raccontati sono diversi, immaginari, Filomena, il papà zingaro, il fratello Ernesto, le avventure sono quelle di un uomo del nostro tempo che non si maschera, con il sesso, le donne, le bugie, la poesia “che può spostare le montagne”. Aneddoti, tempo che passa, feste popolari, è tutto un susseguirsi di ironia che si rincorre ma che certe volte arriva a gelare il sangue. Orlando e il simil pensiero, i jazz e il blues suonati e cantati, il clima allegro di chi ha da raccontare dicendo che in fondo in fondo si è tutti uguali, o che molto ci unisce, compresa la zuppa finale. E poi la musica, il teatro, grandi amori che ospitano in qualche modo i racconti che l’attore fa, una sorta di teatro canzone intelligente, rilassante ma pensante. E lo spettacolo finisce, con Papaleo che visto che il pubblico non si muove dalle poltrone, lo ribadisce più volte, divertimento nel divertimento. Una gran bella serata.
Francesco Bettin