di Toni Fornari
regia: Augusto Fornari
aiuto regia: Camilla Franceschi
Interpreti: Stefano Fresi, Toni Fornari, Emanuela Fresi e con la partecipazione di Cristiana Polegri (sax e vocalist)
scene: Alessandro Chiti
Luci e fonica: Davide Di Francescantonio, Andrea De Caroli
Distribuzione: Barbara Trost
Produzione A.T.P.R. Associazione Teatri per Roma (Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli)
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 20 luglio
Il quinto spettacolo della rassegna verezzina presenta al pubblico un divertente concerto spettacolo della durata di un’ora e trenta che è un omaggio affettuoso e intelligente al gruppo più famoso e popolare del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni Quaranta agli Ottanta: il quartetto Cetra. A realizzarlo è il trio vocale Favete Linguis, nato agli inizi degli anni Novanta del secolo passato. L’espressione latina che dà il nome al gruppo, il cui significato è “state zitti”, è davvero azzeccata. Affascinati dalla genialità dei loro spettacoli, gli spettatori li seguono applaudendo e ridendo. La passione per la melodia a più voci ha fatto loro scoprire i Cetra. Ad esibirsi sul palcoscenico sono tre funambolici ed affiatati artisti: Toni Fornari, autore del testo, Stefano Fresi e la sorella Emanuela, affiancati dalla sassofonista e cantante Cristiana Polegri, moglie di Stefano Fresi. Diretti magistralmente dalla regia di Augusto Fornari i cantanti e attori in scena, con assoluta padronanza del palcoscenico, interpretano le canzoni di maggior successo dei Cetra, riprendendo con fine ironia ed eleganza lo stile comico-parodistico che ne ha caratterizzato la lunga e straordinaria produzione. Mentre il trio esegue le sue rapide performances alle loro spalle sullo schermo si vedono i Cetra da soli o in compagnia di figure di spicco con cui hanno collaborato. Il musicologo Felice Liperi ha scritto che al Quartetto Cetra va riconosciuto il merito di avere trasformato “le canzoni in uno strumento narrativo che racconta la letteratura classica, il melodramma e la grande musica internazionale”. La formazione costituitasi nel 1941 ha sintetizzato nel suo lavoro un cinquantennio. Inizialmente il quartetto era formato da quattro voci maschili, Enrico De Angelis (che lasciò il gruppo nel 1947 e venne sostituito dalla Mannucci), Tata Giacobetti, Felice Chiusano e Virgilio Savona. La forza del Quartetto si basava su un’intesa artistica e umana che prevedeva una precisa divisione dei ruoli: Savona era l’anima musicale e l’arrangiatore, Giacobetti il paroliere, pieno di verve e humor, Lucia Mannucci, la grande voce solista, Chiusano il maestro del controcanto e il sapiente amministratore. Nel 1949 il Quartetto ottiene il primo grande successo con Nella vecchia fattoria, brano tradizionale irlandese. La canzone viene eseguita con l’aggiunta di altri animali dando nuova vivacità all’originale. Nel 1951 i quattro artisti debuttano nella rivista Gran baldoria di Garinei e Giovannini. A seguire vanno ricordati molti impegni nella commedia musicale a fianco della Osiris, Sordi e Dapporto. Alla fine degli anni ’50 debuttano in televisione con Buone Vacanze, in cui cantano la sigla Concertino e in Giardino d’inverno dove eseguono il fortunato brano I ricordi della sera. Partecipano anche a due edizioni di Studio Uno con Mina e Chiari e nel 1963 sono protagonisti di Biblioteca di Studio Uno. L’applaudito spettacolo offerto dal trio non è un racconto filologico della storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d’amore per ciò che ha ispirato, scrive il regista, “canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere” . La scenografia di Alessandro Chiti crea una scena che abbraccia e contiene gli interpreti in modo che sia, “di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, teatro”. Ne risulta un esilarante ed intelligente viaggio tra passato e presente, malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda. Sul palco viene pienamente espresso il loro “spirito esplosivo”. Lo spettacolo, godibile dall’inizio alla fine, senza mai un attimo di caduta di ritmo, omaggia con finezza e garbo la mitica formazione musicale della nostra televisione. Gli spettatori affascinanti dalla maestria degli attori-cantanti rievocano con simpatia il mondo del varietà. In scena il trio, costituito da Toni Fornari e Stefano Fresi e la sorella Emanuela, affiancati dalla Polegri, recita e canta molte canzoni memorabili: da Baciami Piccina ai Ricordi della Sera, La scommessa è vinta pienamente in virtù della versione parzialmente ampliata e rivista di uno spettacolo che è stato prodotto per la prima volta nel 2014. Nella convincente rappresentazione in scena stasera gli arrangiamenti e i costumi presentano alcune novità. Stefano Fresi, attore, musicista e doppiatore romano, classe 1974, ha precisato in un’intervista comparsa nel marzo di quest’anno sul Corriere della Sera, che spettacolo si avvale in maniera funzionale dell’accompagnamento del sassofono e della voce della moglie. In scaletta i pezzi vengono sapientemente eseguiti alla “maniera di”, ricalcando appieno lo stile comico-parodistico dei Cetra. Gli artisti ricordati con simpatia sono stati il punto d’incontro perfetto tra teatro e musica, costituendo un vero esempio di amore e dedizione totale verso l’arte. I quattro componenti, che avevano un amore assoluto per lo swing e si divertivano a fare il verso alle canzoni di altri, hanno saputo osare grazie al fatto di essere strumentisti di talento dotati di una profonda conoscenza musicale. Il gradevole concerto spettacolo si caratterizza per le divertenti parodie musicali eseguite dagli artisti in scena attenti a far sì che il gioco si mescoli di continuo al divertimento scenico, esaltando così il loro virtuosismo vocale. Tra i successi dei Cetra eseguiti con encomiabile bravura dai Favete linguis vanno ricordati In un palco della scala, Un bacio a mezzanotte, Vecchia America, Un disco dei Platters, Baciami piccina, Concertino, I ricordi della sera, Però mi vuole bene. Molti applausi e risate ottengono le godibili parodie ad esempio di classici: dall’ Otello al Giulio Cesare di Shakespeare, e della canzone La vasca di Alex Britti, eseguita nel bis finale in modi diversi, ad esempio alla maniera dei Gipsy King, dei Beatles, dei cinesi e dei sardi. Roberto Trovato