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CIRASEDDA NON ABITA PIÙ QUI - regia Nicola Alberto Orofino

Vincenzo Ricca in "Cirasedda non abita più qui", regia Nicola Alberto Orofino Vincenzo Ricca in "Cirasedda non abita più qui", regia Nicola Alberto Orofino

Drammaturgia di Roberta Amato e Alice Sgroi
Regia di Nicola Alberto Orofino
Interprete: Vincenzo Ricca
Assistente alla regia: Gabriella Caltabiano
Produzione: INVENTO - Lavorare d'incanto- Catania. XII Edizione del Cortile Teatro Festival di Messina
Cortile Calapaj-D’Alcontres 24 luglio 2023

www.Sipario.it, 25 luglio 2023

All’inizio arriva sulla piccola scena del Cortile Calapaj-D’Alcontres un giovane vestito di tutto punto con coroncina di alloro in testa. Un laureato si direbbe non si sa in che cosa. Poi si spoglia del suo abito e indossa una maglietta a righe e dei pantaloni corti, emettendo parole ottomila al minuto, assorbendo tutto il vissuto d’un ragazzino di 12 anni che vive con la madre (che non si vedrà mai) che si prostituisce, mentre lui se ne sta sulla soglia di casa sua, contornata da una tenda che potevi riscontrare in passato in una panetteria  o in una macelleria, simile ad una bottega o meglio ad uno di quei lupanari (che esistono ancora) al piano terra della malfamata Via delle Finanze di Catania. Vincenzo Ricca parla come una mitragliatrice di tutto quello che gli passa per la testa, dei vicini, delle figurine di calcio e dei clienti che la madre riceve. Si chiama Natale perché nato in quei giorni di festa ma tutti lo chiamano Cirasedda perché è buono e dolce come una ciliegia e non c’è momento che esalti il suo rapporto con la madre che dice di amare alla follia e da cui non si separerà mai. La drammaturgia di Roberta Amato e Alice Sgroi è una lunga sciara di lava che scende giù da quella bocca innocente senza arrestarsi mai, compiendo la regia di Nicola Alberto Orofino un percorso realistico, direi iperrealistico, diventando Cirasedda un strumento bellico, una cassa di risonanza di tutto lo schifo che c’è in giro, ma che i vari poteri (mediatici, sociali, politici) tendono a nascondere o minimizzare. Le parole innocenti di questo ragazzino diventano lapilli e palle di fuoco, anche quando avvicinandosi su una sedia a contatto col pubblico mangerà una Minna di Sant’Agata (dolce tipico di Catania somigliante ad un seno), regalato certamente da un cliente più affezionato assieme a giocattoli e varie leccornie. Sembra che la storia di questo ragazzo sia vera e che il titolo della pièce Cirasedda non abita più qui, alluda a ciò che il giovane metterà in atto quando morirà la madre, allorquando si farà una nuova vita, pure accanto ad una compagna, riuscendo anche a laurearsi. Direi che Vincenzo Ricca è veramente bravo, riuscendo in alcuni momenti a farci emozionare, cosa che avviene raramente, e che davanti ha molte chances per diventare un attore di cui sentiremo ancora parlare. Molti gli applausi alla fine anche per Roberto Bonaventura e Peppe Giamboi artefici d’un piccolo ma intenso Cortile Teatro Festival che continua da dodici stagioni e per lo stesso regista Orofino che dedica lo spettacolo a tutti i bambini che amano senza misura e anche ai grandi che riescono a ricordarselo. 

Gigi Giacobbe

Ultima modifica il Giovedì, 27 Luglio 2023 23:44

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