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COME SEI BELLA STASERA - regia Marco Rampoldi

Max Pisu e Gaia De Laurentiis in “Come sei bella stasera" al festival di Borgio Verezzi. Foto Luigi Cerati Max Pisu e Gaia De Laurentiis in “Come sei bella stasera" al festival di Borgio Verezzi. Foto Luigi Cerati

di Antonio De Santis
con Gaia De Laurentiis e Max Pisu
regia: Marco Rampoldi
drammaturgia: Paola Ornati 
aiuto regia: Lucia Marinsalta; assistente alla regia: Lisa Metelli
scene: Mattia Bordoni; realizzate da: Francesco Fassone
costumi: Erika Carretta; assistente ai costumi: Antonio Spada; trucco: Nicole Tomaini
videoclip: Creg production; assistente musicale: Luca Corbani
luci: Andrea Lisco; service audio/luci: DB Sound di Andrea Borgnino
assistente di produzione: Roberta Petrozzi; co-produzione: Nidodiragno/CMC – Rara produzioni
Borgio Verezzi, Piazza S. Agostino, 1 agosto 2023

www.Sipario.it, 2 agosto 2023

Nel corso della 57a edizione del Festival teatrale di Borgio Verezzi, va in scena un’altra prima nazionale, che ancora una volta sviluppa il tema del rapporto di coppia, filo rosso che lega gran parte delle pièces messe in scena in questa stagione teatrale verezzina. La commedia è un atto unico suddiviso in nove quadri che attraversano ventotto anni di vita di una coppia, Paolo e Anna, dall’incontro in età giovanile fino alla maturità: lui diventerà un pubblicitario, lei un ingegnere, avranno dei figli, li cresceranno e invecchieranno insieme. Il testo, come spiegava il regista Marco Rampoldi intervistato poco prima dello spettacolo, nasce come una serie di sketches di Antonio De Santis su cui il regista e la collaboratrice alla drammaturgia Paola Ornati hanno poi lavorato al fine di rendere il tutto funzionale alla struttura di una commedia che sviluppasse in modo diacronico la storia di una coppia. Si percepisce lo stile comico di De Santis (autore privilegiato della coppia Ale & Franz): le battute fulminanti, i calembour, la leggerezza e l’assenza di volgarità rendono il testo delicato ed intelligente. La scenografia, molto fine e colorata, presenta sulle tre pareti dei pannelli rettangolari che si illuminano o mostrano manifesti pubblicitari (presumibilmente realizzati da Paolo), con slogan degli anni passati parodiati in chiave molto divertente. Tra un quadro e l’altro dei brevi videoclip, con protagonisti sempre i due attori, scandiscono il passare del tempo attraverso le canzoni-tormentone del periodo che sta per essere vissuto dalla coppia (citiamo, ad esempio Chihuahua di DJ BoBo o Waka Waka di Shakira) e, in apertura di ogni quadro, compare la data esatta del giorno in cui i due avevano vissuto quella situazione. Nella scena iniziale Paolo e Anna (interpretati benissimo da un ottimo Max Pisu e una strepitosa Gaia De Laurentiis), giovani e spensierati, si fanno immortalare in una fotografia mentre, innamorati ed entusiasti, stanno per sposarsi. E lo spettacolo è, in definitiva, un «album di coppia», una serie di «fotografie» che ritraggono i due in vari momenti, dalla gioia e dall’entusiasmo iniziale, attraverso incomprensioni, difficoltà e stress, fino alla scena finale che, non a caso, si chiude con quella stessa fotografia scattata in gioventù. Ma quest’ultimo quadro è quello più teso, più problematico e che retrospettivamente rivede l’intera pièce. Paolo, dopo aver detto ad Anna di essersi «innamorato di un’altra», in seguito alle insistite richieste della moglie, le mostra la fotografia della «nuova fiamma» che, a sorpresa, ritrae la stessa Anna da giovane. Paolo, che nel corso dei quadri precedenti appare un l’uomo rimasto un po’ ragazzo (l’impegno della partita di calcetto con gli amici, il legame con un’ingombrate mamma, la scarsa presenza come padre…), si rivela invece quello dei due che tiene di più al rapporto di coppia: è pronto sostenere delle rinunce, cerca di rinfocolare il rapporto quando la passione scema e, alla fine, nel giorno del 28o anniversario di matrimonio, saprà dire alla moglie un’amara verità: lui ama la Anna di ventotto anni prima, ma non perché fosse più giovane, ma perché aveva negli occhi un’altra luce. Quel refrain che i due si ripetono per tutta la vita: «noi non siamo come gli altri, siamo diversi», alla fine li vede invece esperire tutte quelle situazioni che accomunano anche le altre coppie (suocere, figli, lavoro stressante, poco tempo per la loro intimità…), ma Paolo, che ci è parso per tutto il tempo un marito remissivo, nell’ultimo quadro, dopo aver giocato al gatto col topo con la gelosia della moglie, rivela la sua qualità di creativo e trova davvero l’elemento di diversità tra la loro e le altre coppie: saprà ricreare la magia dei giorni di gioventù ricercando e ritrovando quello sguardo perduto negli occhi di Anna quando, rivolgendole il complimento che dà il titolo alla commedia, rilancerà il futuro di una coppia che si stava avviando stancamente verso il tramonto. Sotto una patina di allegra routine familiare, Marco Rampoldi ha diretto con mano sicura una commedia agrodolce, sostenuta da un bel ritmo e dalla recitazione brillante dei due attori in scena coadiuvati anche dai costumi molto efficaci. Nei dialoghi, arguti e verosimili, il pubblico si è talvolta rispecchiato e ne ha condiviso momenti e situazioni presentate con garbo e leggerezza che hanno divertito moltissimo gli spettatori i quali hanno accolto lo spettacolo con grande favore. 

Mauro Canova

Ultima modifica il Venerdì, 04 Agosto 2023 12:34

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