uno spettacolo di Pascal Lambert
traduzione Bruna Filippi
con Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Teatro delle Passioni, Modena, dal 30 ottobre al 15 novembre 2012
Clôture de l'amoure di Pascal Rambert è una macchina drammaturgica perfetta in cui la storia di una relazione che si chiude o sta per chiudersi si intreccia con un uso modale del linguaggio, una riflessione agita e detta sul peso della lingua, sul vuoto delle parole o sul loro senso di pieno che soffoca. Due attori: Lui è Luca Lazzareschi, lei è Anna Della Rosa. Nella disfida verbale i due stanno l'uno davanti all'altro, posizionati in diagonale. Inizia Luca – l'attore affida al personaggio il suo nome – parla rivolto al pubblico, Anna lo ascolta, dando le spalle alla platea. «Volevo vederti per dirti che è finita/ non va avanti/ non si può andare avanti/ meglio finirla qui» così parte Luca, la tensione è quella di chi cerca un congedo, forse cerca una via di fuga e riversa sull'altra la motivazione di quel bisogno. Luca attacca, dichiara di volersene andare, cerca di distruggere ciò che ha caratterizzato la relazione con Anna, usa parole che riempiono un senso di vuoto, usa il linguaggio per smontare e giustificare una stanchezza del cuore e del corpo, offende con le parole, si difende con giustificazioni verbose, maschili. Il suo soliloquio è affannoso, è accumulo verboso, è apposizione di situazioni, è forse spreco verbale, è abbondanza di parole per tacitare o meglio per esprimere il proprio disagio esistenziale e riversarlo sull'altra. Ciò che li ha accomunati: Les Baigneuses di Fragonard, piuttosto che l'Adamo ed Eva scacciati dal Paradiso di Masaccio non dicono più nulla, sono tasselli di un'illusione infranta, sono scenari di una comunanza di estetiche ed esperienze ormai muti, sono il teatro di una relazione che si va chiudendo. Cambio di posizione e Anna risponde: «Hai finito/hai detto tutto/e va bene/ho sentito tutto/ tutto/ ma tu non te ne vai». Subito l'attacco di Anna è attacco verbale, è concessione alle parole magniloquenti di lui e non è un caso che Anna lo accusi di aver fatto a pezzi la lingua che è in lei... Il soliloquio di Anna smonta pezzo dopo pezzo quello di Luca, le accuse di narcisistiche ferite, i riferimenti letterari e testuali, quel 'riposizionamento' della storia che sa di qualcosa di burocratico o di strategico... Anna usa le parole come coltelli, ribalta la prospettiva di Luca, ciò che per lui è segno di crisi, di non senso per lei è un tutto che si tiene, «questa era la nostra vita/ uno sguardo comune che girava». In questo gioco di ribaltamento degli episodi fondanti della relazione che si va chiudendo: per lui illusioni, per lei fondamenta sta un rispecchiamento in cui corpo e parole, respiro e vuoto sono un tutt'uno, un duello fra attori che è sfida verbale e fisica, lavoro sullo stare in scena e sull'essere in vita. Luca Lazzareschi ha il difficile compito di avviare la partita sulla scacchiera della vita e dell'amore di Clôture de l'amoure, ma ad Anna Della Rosa spetta tirare le fila, tagliare corpo e spazio con solo col suo corpo, non solo col volto spigoloso, ma con la sua recitazione feroce, tesa, nervosa che non dà tregua e difende come solo le donne possono fare: l'amore. Clôture de l'amoure di Pascal Rambert è un lavoro intenso, di serrata scrittura scenica, una vera sorpresa, un gioco di rimandi verbali, intrecci semantici, echi teatrali che trovano in Luca Lazzareschi e in Anna Della Dosa due interpeti complementari, ma in cui Anna Della Rosa emerge per strapotente intensità senziente.
Nicola Arrigoni