da Amèlie Nothomb
con Corrado Accordino, Lara Franceschetti e Daniele Ornatelli
scene e costumi Maria Chiara Vitali
drammaturgia e regia Corrado Accordino
produzione La Danza Immobile / Teatro Binario 7
Monza, Teatro Binario 7, Maggio 2008
Su di una scena costruita come un’opera d’arte, resa viva dalle sculture misteriose e potenti di Fabrizio Pozzoli, cominciano a muoversi e ammiccarsi, sulle note tirate e incalzanti di un noto rapper bianco, due uomini. Due affascinanti manager in carriera. Di quelli che hanno tutto sotto controllo. Sembrano conoscersi bene. Sembrano complici. Complici di un destino beffardo, che un giorno li ha fatti incontrare. Sullo sfondo, seduta, immobile, una donna. Chi è? E chi sono i due uomini? Realmente si conoscono? Niente è come sembra e tutto si trasforma. La musica si ferma e la scena diviene la sala d’attesa di un aeroporto. La donna rimane immobile e i due uomini, ora seduti, cominciano a studiarsi. I primi approcci, gli sguardi, l’insistenza sfacciata e grottesca di uno. La diffidenza dell’altro. Un incontro casuale in una sala d’aspetto. No, nulla è come sembra: un incontro premeditato mascherato dalle lusinghe della casualità. Inizia un dialogo mozzafiato, che porterà ad un sottile e violento gioco al massacro, che svelerà i lati oscuri dei due personaggi mettendo in mostra il nemico interiore: quello che segue una cosmetica perfetta.
Uno spettacolo avvincente, dirompente, tenuto sul filo del rasoio dall’inizio alla fine e che, anche quando si è certi di essere giunti ad una conclusione, sa stupire e sconvolgere ancora ribaltando l’ordine delle cose. Tratto dall’omonimo testo della scrittrice francese Amélie Nothomb e diretto da Corrado Accordino, è un’indagine sull’essere umano che strizza l’occhio al più famoso lavoro di Chuck Palahniuk pur rimanendo assolutamente originale e spiazzante. Interpretato con intensa energia dallo stesso Accordino, da Daniele Ornatelli - quasi impossibile lasciare la sala senza avere ancora davanti agli occhi il suo volto nella scena finale - e dalla brava Lara Franceschetti, perfetta, in un ruolo di secondo piano ma fondamentale, nella sua dimensione onirica di “bambola rotta”. Una messa in scena impeccabile che, come un perfetto meccanismo, riporta tutto al giusto dis-ordine, senza dimenticare di emozionare anche attraverso un’accurata e sentita scelta musicale.
Monica Fivizzani