Scritto e diretto da Claudio Tolcachir
Con Araceli Dvoskin, Miriam Odorico, Inda Lavalle, Fernando Sala,
Tamara Kiper, Diego Faturos, Gonzalo Ruiz, Jorge Castaño
Genova, Teatro della Corte dal 24 al 26 ottobre 2014
Il caso della famiglia Coleman è uno spettacolo che, nel giro di una decina d'anni, è diventato un classico del teatro contemporaneo. Nato nel 2005 dalla penna del giovane argentino Claudio Tolcachir, la pièce continua a cavalcare l'onda di un successo internazionale. La versione che viene ospitata in questi giorni al Teatro della Corte di Genova è in lingua spagnola con sovratitoli e presenta il cast originale.
La scena è ingombra di un mobilio fatiscente, ricoperto di tessuti consumati e sdruciti. Dai cuscini esplodono nuvole di polvere. Ci troviamo in casa della famiglia Coleman, in una Argentina straziata dalla crisi di inizio millennio. Lo spaccato familiare e sociale di cui siamo testimoni è lontano anni luce dall'immaginario stereotipato e consolatorio di un popolo che balla il tango e beve mate ad ogni ora del giorno e della notte. I Coleman, in tuta e ciabatte, sembrano appartenere a uno scenario postbellico.
Ad ogni scena scopriamo qualcosa di più sui rapporti e sui vincoli di parentela che governano la vita di questa famiglia. Il centro gravitazionale è nonna Leonarda, che raccoglie e smorza le nevrosi di sua figlia Memè e dei quattro nipoti. Nel momento in cui la nonna viene ricoverata in ospedale per un malore, la famiglia è costretta ad uscire dal guscio del proprio salotto e a presentarsi al mondo.
Edoardo, il dottore che ha in cura la nonna, cerca di fare chiarezza sullo stato di anomalia che presentano i Coleman: Edoardo siamo noi, alla ricerca di risposte ad una situazione familiare in cui le regole sono sovvertite; in cui il figlio ventenne dorme nello stesso letto della madre; in cui è la figlia Gabi a farsi carico della famiglia; in cui Veronica, quarta figlia di Memè, viene lasciata da piccola alla custodia del padre senza troppe spiegazioni.
Il fulcro dell'anomalia familiare è Memé che, nelle sue scelte e nei suoi accidenti, rivendica il diritto di scegliere della propria vita e di accettare la propria diversità. Da un lato una scelta di coraggio rispetto ai dettami sociali della "famiglia ideale", dall'altro la rinuncia delle proprie responsabilità di madre, il vittimismo parassita e infantile, l'abbandono del figlio malato.
Tolcachir scava a fondo nel paradosso dei rapporti umani, tenendosi in equilibrio tra disperazione e leggerezza, aiutato da attori che, nella lunga frequentazione coi propri personaggi, restituiscono in scena la complessità dell'animo umano.
Marianna Norese