di Raymund FitzSimons
Regia di Adriana Mangano
Interprete: Alessio Bonaffini
Costumi: Liliana Pispisa
Produzione: Bonaffini-Pispisa
al Clan Off Teatro di Messina, 12 e 13 gennaio 2019
Romantico, passionale, narcisista, stravagante, Edmund Kean, leggendario attore inglese, interprete geniale di personaggi shakespeariani come Riccardo III, Amleto, Otello, Macbeth, Lear, col vizietto dell'alcool che gli valse un collasso sulla scena tanto a condurlo alla morte dopo una settimana a quasi soli 46 anni nel 1883, viene interpretato adesso con spirito luciferino e rara immedesimazione in un ruolo non certo facile, da Alessio Bonaffini al Clan Off Teatro di Messina, su una piccola scena con sole due sedie, alcuni libri e un attaccapanni sul fondo, da cui prenderà alcuni costumi (quelli di Liliana Pispisa) utili a calarsi in riconoscibili personaggi tragici. Lungi invero dal voler competere con due nostri mattatori italici del calibro di Vittorio Gassman e di Gigi Proietti, protagonisti il primo d'uno spettacolo teatrale nel 1954 e d'un film due anni dopo, tratti entrambi dal testo Kean, ou Désorde et Génie di Alexandre Dumas (padre) del 1836 e dall'adattamento che ne fece Jean-Paul Sartre nel 1953, mentre Proietti fu magnetizzante protagonista al Teatro greco di Taormina nell'agosto di trent'anni fa, utilizzando l'opera dello scrittore inglese Raymund FitzSimons, dove il suo Kean appariva molto cattivo, più secco, più attuale, modernissimo tout court. Ed è quest'ultima versione che Alessio Bonaffini utilizza per la sua applaudita e solipsistica prova d'attore con la regia di Adriana Mangano tutta improntata ad esaltare lo spirito di questo popolarissimo e istrionico attore inglese dell'Ottocento dedito ai vizi e pieno di debiti. Bonaffini ripercorre la vita di Kean sin dall'oscura nascita, non si sa se nato da nobili o da una prostituta e un alcolizzato, crescendo presso uno zio drammaturgo ed esordendo in palcoscenico a soli quattro anni. Da ragazzo fa il mozzo, lavora in un circo dove si rompe due gambe e sarà poi Charlotte Tidswell, amante dello zio Moses Kean e attrice, ad insegnargli i rudimenti dell'arte drammatica. All'inizio interpreta piccoli ruoli, scimmie, folletti, clown, in particolare quelli di Arlecchino, che finirà per odiarlo perché è questo il personaggio che i vari produttori gli propongono in Cornovaglia e in altri luoghi decentrati. Il giovane Kean è sicuro del suo talento e sogna il londinese Covent Garden dove si esibisce una sorta di attore-trombone, tale John Philip Kemble che detesta perché vorrebbe essere lui a vestire i panni di quei personaggi shakespeariani che gli vengono negati.. A ventuno anni sposa Mary Chambers, anche lei attrice, da cui avrà due figli. Le scritture non arrivano e la neo famiglia patirà la fame più nera al punto che uno dei due bambini morirà per questa cagione e perché senza un penny da potersi permettere di chiamare un medico. Dopo tanto girovagare e tanta miseria, il Teatro Drury Lane di Londra gli offre l'opportunità d'interpretare Shylock, l'ebreo del Mercante di Venezia, e sarà un grande successo al punto che il temuto critico teatrale William Hazlitt scriverà che "nessun attore da molti anni è venuto fuori che possa eguagliarlo". Da qui in avanti Kean non avrà più problemi né economici né di scrittura, diventando l'unico attore in grado di riempire il Drury Lane di tre mila posti e saranno tanti i produttori che gli offriranno di lavorare nei più importanti teatri di Belfast, New York, Quebec e Parigi. La sua vita purtroppo, segnata da una condotta sregolata e piena di eccessi alcolici lo condurranno alla morte nei giorni successivi alla sua ultima replica dell'Otello (25 marzo 1833) al Covent Garden accanto al figlio Charles negli abiti di Iago.
Gigi Giacobbe