regia di Silvia Gribaudi, Matteo Maffesanti
con Francesca Albanese, Silvia Baldini, Laura Valli
produzione Qui e Ora Residenza Teatrale e Zebra
al Teatro Filo, Cremona, 19 ottobre 2022, nella rassegna Acrobatiche Poetiche
All’inizio si rimane un po’ perplessi, troppe somiglianze con «Graces» di Silvia Gribaudi, poi, pian piano, «Ladies body show», in scena all’interno della la rassegna Acrobatiche Poetiche, diretta da Alceste Ferrari, convince, diverte e conferma come la coreografa abbia modo di solleticare il pensiero, complici ironia e comicità. In scena Francesca Albanese, Silvia Baldini e Laura Valli, tre corpi non conformi agli stereotipi della danza, tre attrici/danzatrici che si muovono, dialogano col pubblico, lo invitano a ballare e a batter le mani, si mettono in gioco: riflettono su cellulite, tinta per i capelli e gareggiano fra loro a chi può essere la Regina della Notte. E mentre cercano una loro armonia di movimento e fanno il verso alle danzatrici proiettate alle loro spalle, sul fondale compaiono interrogativi, parole: una narrazione che dialoga con il movimento delle tre attrici. Pian piano lo spettacolo di quei corpi di signore in su con l’età e con qualche rotondità mostrata con disinvoltura diventa un elzeviro su ciò che è il corpo, sugli stereotipi, sul femminile e la banalizzazione delle differenze di genere. In tutto questo accade qualcosa: il pensiero, l’ironia, la comicità trovano corpo — è il caso di dirlo — nelle tre interpreti e in un lavoro che fa ballare il numeroso pubblico in sala, fa i conti in tasca a chi è venuto a teatro, in tempi di crisi non guasta, diverte e fa riflettere al tempo stesso. Di volta in volta compare l’invito a votare, a scegliere la signora preferita: quella un po’ in carne oppure quella magrina e col capello corto, oppure la più attempata. Ladies body show — che porta la firma registica oltre che di Gribaudi anche di Matteo Maffesanti — è un lavoro fresco e che regala un po’ di buon umore, cosa che certo non guasta di questi tempi. Il plauso del pubblico è anche nello sguardo di Alceste Ferrari che afferma: «A Cremona c’è spazio per questi lavori, c’è la voglia di confrontarsi con linguaggi nuovi e approcci inediti alle arti performative» e saluta il pubblico che sorridente lascia la sala. Piace restituire anche questo aspetto, perché oggi più che mai fare e proporre teatro è interrogarsi sulla comunità civile che si convoca e registrarne la risposta.
Nicola Arrigoni