di Gene Gnocchi, Luca Fois, Massimo Bozza e Cristiano Micucci
con Gene Gnocchi
e con Diego Cassani
produzione Il Parioli
produzione esecutiva Enzo Gentile
Roma – Teatro Il Parioli 9 maggio 2023
Il nuovo monologo di Gene Gnocchi, "Il movimento del Nulla", andato in scena per una serata secca al teatro Parioli di Roma, è quanto di più corrosivo, satirico, surreale eppure non così inverosimile, la comicità italiana ci abbia offerto negli ultimi tempi.
L’autore e l’attore comici – sebbene son sempre le due figure coincidano – debbono essere impietosi, crudeli, severi sebbene spiritosi. Eppure, proprio negli ultimi decenni, gli umoristi sono diventati più inclini al politically correct: la morte della satira.
Come diceva Sant’Agostino, se la memoria non inganna, la comicità è la democrazia che frusta sé stessa, la gioia che sorride su di sé. Tutto questo, è bene ripeterlo, ci è davvero mancato. Perché? Forse si è perduta la leggerezza di fronte a certe situazioni, prendendole per un verso eccessivamente serioso ingigantendole oltre il dovuto. Oppure perché, appesantendole, si è pensato di attribuire loro la giusta importanza che, col comico, avrebbero perso o non avrebbero mai avuto.
In tal modo, però, non si è acquisita una prospettiva, una distanza da certe problematiche. E, forse, proprio questo ha determinato quell’assenza totale (irrecuperabile?) di soluzioni tempestive e fattive che molte questioni avrebbero richiesto.
Gene Gnocchi da fiero sostenitore, nonché ad essa appartenente, di una sana tradizione comica che si rifà ai Marchesi, ai Terzoli&Vaime, Scarnicci e Tarabusi, Dino Verde e così via, non ha minimamente rinunciato alla sua verve, irriverente e perfida a tratti. E lo ha fatto prendendo di mira tutto il panorama politico così come ci viene presentato dai massmedia ogni giorno: con i suoi stereotipi, le sue piccinerie, i suoi limiti e pochissimi pregi.
In una convention surreale di presentazione di un nuovo movimento politico, Gnocchi – che si propone sia come segretario che come presidente – illustra questo nuovo partito, Il Nulla, il cui scopo è quello di fare tabula rasa di tutto perché così, forse, si può davvero ricominciare.
Slogan che, sotto il meccanismo del ribaltamento logico, ritraggono tendenze odierne; battute corrosive contro una classe dirigente – politica e non solo – denunciandone il vuoto assoluto di cultura e preparazione tecnica; programmi elettorali ai limiti dell’inverosimile. Tutto ciò, Gnocchi lo illustra con aria sorniona, come se fosse la normalità lapalissiana davanti agli occhi di chiunque. Quasi a voler dire: “Perché, a parte me, nessuno ci ha pensato prima”?
Sullo sfondo d’una scenografia scarna, Gene Gnocchi sfoggia un repertorio di espressioni mimiche improntate all’imperturbabilità; il tutto associato ad un gioco di assurdo logico alla Campanile: sono questi gli elementi che fanno del Movimento del Nulla uno spettacolo comico che – miracolo della vera satira – finisce per essere lo specchio dello spirito del nostro tempo.
Di fronte al quale ridiamo, senza però dimenticare quanto l’immagine che ci restituisce sia triste e distante dal meglio che desidereremmo per noi stessi e i nostri discendenti.
Pierluigi Pietricola