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MERCANTE DI VENEZIA (IL) - regia Enrico Torzillo

"Il Mercante di Venezia", regia Enrico Torzillo. Foto Manuela Giusto "Il Mercante di Venezia", regia Enrico Torzillo. Foto Manuela Giusto

di William Shakespeare
adattamento e regia di Enrico Torzillo 
con Eleonora Bernazza, Anna Bisciari, Jacopo Carta, Luca Ingravalle, Paolo Madonna
Domenico Pincerno, Michele Scarcella, Tomiwa Segun Aina, Maria Grazia Trombino 
Light design Pasquale Mari
Scenografia Dario Gessati 
Costumi Maria Vittoria Perillo
Composizioni originali Jacopo Carta
Assistenti alla regia Maria Vittoria Perillo
Fausto Stefano Mario Peppe
Trainer Bruno Amaru 
Direttore di scena Alessio Pascale 
Sarta di scena Valeria Forconi
Fonico Akira Callea
Foto di scena Manuela Giusto
Video Carlo Fabiano
Foto di locandina Vincenzo Palladio
Grafica Mad7 
Roma – Teatro Studio Duse 22-26 marzo 2024

www.Sipario.it, 26 marzo 2024

L’intento di Enrico Torzillo col suo Mercante di Venezia è chiaro fin da subito, quando si entra nel Teatro Duse dell’Accademia d’Amico e sul palco già c’è Luca Ingravalle (che si rivelerà un Antonio comicissimo e ricco di innata simpatia). Un intento che si può provare a tradurre così: vita e finzione, in fin dei conti, non sono poi tanto dissimili. Anzi: l’una si rispecchia nell’altra; o meglio: si invera nell’altra. Al punto che riesce quasi difficile, se non impossibile, arrivare a distinguere con sicurezza fra menzogna e verità, trovarsi a parteggiare a favore della seconda e contro la prima, o viceversa. 

Il mercante di Venezia di Torzillo (perché il regista è a tutti gli effetti l’autore dello spettacolo) parla esattamente di come le maschere e coloro che le indossano non sono poi così diversi. A ben guardare entrambi, si possono trovare similarità. Una lettura coraggiosa dell’opera di Shakespeare, che non ha volutamente (e a ragione!) tenuto conto di anni ed anni di regie e interpretazioni, alcune belle altre da dimenticare, che hanno badato alla sacralità dell’originale col difetto consequenziale di non toccare quella porzione di non detto che l’autore ha involontariamente messo fra le righe del testo. Fingono tutti nel Mercante di Venezia: a cominciare da Shylock, per arrivare a Porzia. Tutto, però, volge al meglio nella rilettura di Torzillo.

E difatti il suo Mercante appare come una commedia, che qui e lì occhieggia al genere dell’operetta, e dove una fantasia di stampo surrealista (un surrealismo teatrale alla Savinio) illumina le parti drammatiche che nell’originale shakespeariano ci sono e nelle quali decenni di regie si sono beate. Ecco perché Shylock, il cattivo (ma da quale punto di vista poi?), è un gigante di oltre due metri. Era il solo modo per non rinnegare la singolarità e l’antagonismo del personaggio, senza però stare a sottolineare la sua mostruosità, la sua cattiveria, la sua ipocrita crudeltà.

In più anche i colori della scena: un celestino che tende al lavanda associato a un bianco senza ombre, suggeriscono serenità e giocosità di questa messinscena. Come a voler sottolineare, da parte di Torzillo, che classico e divertimento possono andare di pari passo. 

Divertenti anche gli inserti musicali, come il delizioso duetto sulle note di Vorrei incontrarti fra cent’anni di Antonio e Porzia che si contendono l’amore di Bassanio. 

Anche il finale di questo Mercante, simile alla chiusura di uno spettacolo di rivista, è stato un tocco di genio e di leggerezza che ha illuminato Shakespeare di una luce nuova, inattesa e che, finalmente, era ora ci fosse.

Straordinari gli attori. Paolo Madonna uno Shylock ricco di espressioni e sfumature vocali. Luca Ingravalle un Antonio dolce e buffo nella sua divertita innocenza. Anna Bisciari una Nerissa comicissima e piena di ironia. Maria Grazia Trombino una Porzia inarrestabile ed esuberante.

Un Mercante di Venezia tutto da gustare, che dovrebbe girare nei maggiori teatri d’Italia e non solo.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Mercoledì, 27 Marzo 2024 06:11

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