di Rosalba Di Girolamo da Melville
Con Rosalba Di Girolamo
Rocco Zaccagnino alla fisarmonica
Costumi di Rosa Ferrara
Comunicazione e social media manager: Chiara Bruno
Direttore tecnico: Pino Miraglia
Direttore organizzativo: Flavio Di Fiore
Produzione Baba Yaga Teatro
In scena: Orto Botanico Napoli rassegna “Brividi d’estate” 25 luglio 2024
“Moby Dick l’incantatrice” è un raffinato spettacolo diretto ed interpretato da Rosalba Di Girolamo che ha curato anche l’adattamento dall’opera, meravigliosa, di Melville, in scena per la rassegna Brividi d’estate all’orto Botanico di Napoli. Una rilettura di un classico della letteratura che entra appieno nelle singole parole e nelle pagine del romanzo per coglierne l’essenza più profonda. Un lavoro attoriale difficile perché si tratta di un monologo a sette voci dove non è possibile sbagliare nemmeno una parola perché strettamente legate alla colonna sonora di Marco Messina e ai contrappunti creati da Rocco Zaccagnino con la sua fisarmonica. “Perchè i piccoli uomini collocano sempre il male fuor di se stessi?” si domanda la Balena Bianca ed in effetti bisogna partire da qui per raccontare il lavoro. Il capitano Achab a bordo della baleniera Pequod insegue la grande balena Moby Dick per vendicarsi: a causa sua ha perso una gamba. Un’avventura attraverso mari in burrasca e in bonaccia assieme a un equipaggio strano e affascinante le cui storie sono raccontate dall’indimenticabile Ismaele. L’adrenalina cresce già dai primi momenti quando le sonorità, create da Marco Messina, inondano la sala e danno il giusto ritmo al racconto. La Di Girolamo restituisce sette personaggi: voci di uomini differenti che si accavallano e animano un racconto pieno di significati. L’adattamento del testo, efficace sebbene complesso, permette all’attrice di offrire al pubblico un racconto di parole e musica che ammalia per un’ora e trenta circa. La voce dell’attrice è uno spartito fatto di parole che ipnotizza ad ogni passaggio. Ogni personaggio, in particolare il capitano Achab ossessionato dalla sua ricerca della balena, si racconta. In realtà tutta la “ciurma di uomini in fuga” che compongono l’equipaggio del Pequod rappresenta le diverse forze che animano l’essere umano nel viaggio dentro sé stesso. Tutti i personaggi del romanzo rappresentano un aspetto dell’animo umano specifico eppure imprescindibilmente legato a tutti gli altri; è come se tutti insieme costituissero i diversi corpi di un unico organismo: l’essere umano. Da qui nasce il coro per voce sola che li racchiude tutti e che si identificano nella voce della balena bianca, intesa come la nostra essenza più incontaminata. Nel racconto è la Balena bianca che racconta da femmina, come femmina è la nostra coscienza, e che accoglie nel suo ventre le voci, le paure e i desideri degli uomini che le danno la caccia. Funzionali le idee registiche che permettono di vivere una esperienza sensoriale totalizzante in cui le capacità attoriali della protagonista sono indubbie, ma in questo lavoro emerge anche la profonda capacità di immersione incondizionata alla e nella musica. Monologhi, dialoghi, silenzi, rumori, musica tutto in equilibrio per compiere un viaggio nel ‘mare’ delle emozioni umane. Rocco Zaccagnino alla fisarmonica crea momenti di fusione o di contrapposizione alla parole rendendo la storia efficace in tutte le sue parti. Il mare è un immenso giacimento di storie e va reso con giustizia. In questo caso la Di Girolamo, grazie al suo sapiente gioco di parole e musica, ottiene un risultato esaltante. Un regalo al pubblico la voce sul finale di Franco Iavarone. Roberta D'agostino