da: Preghiera per Černobyl' di Svetlana Aleksievic e Nagasaki di Kyoko Hayashi
Di e con: Elena Arvigo
Con la partecipazione di: Monica Santoro
Scene e costumi: Elena Arvigo in collaborazione con: Maria Alessandra Giuri
Produzione: Il Teatro delle Donne e Compagnia Elena Arvigo e Teatro Out Off
Genova, Piazza San Matteo, 23 luglio 2024
Dopo Tutte le immagini scompariranno, spettacolo andato in scena nella scorsa edizione del Festival in una notte d'estate di Lunaria Teatro, torna l'emozionante presenza di Elena Arvigo. Per questa XXVII edizione sono messi in scena I monologhi dell'atomica, spettacolo di grande impatto. La genovese Elena Arvigo entra in scena con la artista e collaboratrice Monica Santoro riportando in maniera magistrale le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle le tragedie nucleari e atomiche di Chernobyl e Nagasaki e che su questi ricordi porta i segni. Con una scenografia fatta di seggiole, un tavolino ed una branda si sviluppano storie amare e dolorose. I monologhi dell'atomica sono uno spettacolo fin da subito crudo ma intriso di umanità e sentimento, i due poli attorno ai quali si muovono la recitazione di Elena Arvigo e il canto di Monica Santoro. Le due artiste si alternano fondendo le loro voci e dando prova di un sicuro affiatamento. Nella Elena di Ghiannis Ritsos le donne, i soldati, i bambini dei quali ascoltiamo le voci entrano in scena come eroine tragiche. Elena Arvigo porta in scena le testimonianze raccolte dalla scrittrice bielorussa Svetlana Aleksievic, arricchite dalle toccanti memorie delle mogli, dei soldati, dei giovani che vedono sconvolte le loro vite nell'esatto momento del disastro di Cernobyl del 26 aprile 1986 e dello sgancio della bomba atomica su Nagasaki avvenuto il 9 agosto 1945. I monologhi dell'atomica portano in scena brani di Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievic e Nagasaki di Kyoko Hayashi. Sono ricordate testimonianze dolorose che peraltro sono riviste sotto la lente enfatica della recitazione teatrale. L'apporto della Arvigo è rilevante perché rappresenta bene la gamma delle emozioni incredule e dolorose di avvenimenti che hanno segnato la storia dell'uomo. Come per Tutte le immagini scompariranno, le voci in scena sono soprattutto quelle femminili che hanno vissuto e portato sulle spalle il peso del dolore. Mentre dal tavolo in scena cadono piccoli detriti, le storie fatte di incredulità e angoscia si dipanano toccando emotivamente il pubblico, mentre Elena Arvigo avanza sulla scena e fonde il suo sguardo lacrimoso a quello di un pubblico rapito e chiamato, uno per uno, a far parte di quelle storie e di quello sconcerto. In questo frangente si dimostra la grandezza e la preparazione della Arvigo, capace di variare tra diversi registri convincendo e commuovendo il pubblico con abilità sempre geniali. Le testimonianze presenti ne I monologhi dell'atomica sono violente, dolorose, fredde, ora grottesche e portate in scena e nella memoria del pubblico in maniera solida e convincente. Monica Santoro, bravissima nel toccare altissime vette di delicatezza con il suo canto, rappresenta la voce della memoria del dramma che si sta compiendo, pulsante di dolore e forza resiliente. Elena Arvigo e Monica Santoro svolgono così, passando da Chernobyl a Nagasaki, il compito di riflettere e far riflettere sulle scelte estreme e distruttive prese dagli uomini. Il pubblico alla fine de I monologhi dell'atomica è quasi stordito, conscio come è di appartenere ad un'umanità che sa distruggere quanto creare, a partire dal proprio futuro. Gabriele Benelli