di Florian Zeller
Traduzione, adattamento e regia: Piero Maccarinelli
Scene: Gianluca Amodio
Costumi: Alessandro Lai
Interpreti: Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere,
Paolo Giovannucci, Daniela Scarlatti, Ilaria Genatiempo, Riccardo Floris
Produzione: Goldenart Production
Genova, Teatro della Corte dal 5 al 10 marzo 2019
Spiazzante, tragicomico, umano e commovente: questo è Il padre, spettacolo del giovane drammaturgo francese Florian Zeller portato in scena per la regia di Piero Maccarinelli. Alessandro Haber e Lucrezia Lante della Rovere sono i protagonisti di una pièce che attrae e coinvolge il pubblico, lo trasporta in scena e quindi nella mente di Andrea, uomo e padre una volta valente e oramai afflitto dal morbo di Alzheimer. La genialità di Zeller e Maccarinelli sta nel mostrare visivamente quello che vede (o crede di vedere) Andrea. Ne nasce un voluto spiazzamento dove, così come effettivamente accade per chi è colpito dal morbo di Alzheimer, le persone assumono fisionomie diverse e sono elementi di una perdita progressiva di ogni riferimento del passato e del presente. È futile riflettere su quanto Haber sia bravo nell'impersonare il personaggio di Andrea, quando l'emotività che scaturisce nel pubblico dall'osservazione dei gesti che perdono coordinazione e dalla vista di una mimica e dall'ascolto di una voce che tradiscono paura vanno aldilà della percezione di intendersi spettatori di uno spettacolo. Il padre riesce a sublimare il senso del teatro e, trasportando lo spettatore nella mente di un uomo che sta regredendo ad uno stato fanciullesco fatto di capricci e bisogni, rende vivo ed estremamente doloroso il dramma umano. Il pubblico vive la condizione di Andrea e sente lui stesso il bisogno di abbracciarlo e proteggerlo proprio quando lo fa la figlia Anna, interpretata dalla brava e ispirata Lucrezia Lante della Rovere. Tutto nello spettacolo è perfetto nel portare il testo teatrale all'esito amaro e commovente che è l'ultima scena dove Andrea, oramai smarrito nella demenza, è condotto per mano dall'infermiera dell'Istituto (Daniela Scarlatti) verso la passeggiata nel parco. La mimica si fa dolorosa e le battute strazianti. Negli occhi smarriti e pieni di lacrime di Andrea, che guarda indietro al suo letto e alla sua vita oramai persa per sempre, il pubblico prova la viva emozione che solo il teatro sa suscitare. La presenza scenica di Alessandro Haber è grandiosa da subito e, pur se tutto il cast è di grande valore e capacità, l'attore bolognese si rivela la colonna portante di tutto lo spettacolo. Un grande plauso va agli attori e ad una regia di grande brillantezza, che rende genialmente in scena lo spiazzamento dato dalla condizione di Andrea. Il pubblico genovese, travolto infine dalla portata del dramma, ha liberato l'emozione in interminabili applausi.
Gabriele Benelli