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PENE D’AMOR PERDUTE - regia Danilo Capezzani

"Pene d'amor perdute", regia Danilo Capezzani "Pene d'amor perdute", regia Danilo Capezzani

Regia di Danilo Capezzani
Prodotto da Politeama s.r.l. e Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”
Con: Eleonora Bernazza, Luca Carbone, Leonardo Cesaroni, Davide Fasano, Gabriele Gasco,
Paolo Madonna, Sara Mancuso, Adele Masciello, Michele Enrico Montesano, Sofia Panizzi,
Francesco Russo, Samuele Teneggi
Roma – Silvano Toti Globe Theatre Gigi Proietti, dal 10 al 19 giugno 2022

www.Sipario.it, 19 giugno 2022

Quando una società e un mondo non ci soddisfano più, che fare? O cambiare entrambi, magari andando lontano dove nessuno ci conosce e tutto ci è ignoto e suscettibile di nuove scoperte. Oppure – soluzione ancor più radicale, ma certamente originale e quasi mai tentata – creare noi quel mondo e quella società che più ci aggradano e nei quali riusciremmo a sentirci a nostro agio. Questo il tema centrale di Pene d’amor perdute di Shakespeare.
I tre protagonisti: il re di Navarra, Duman e Biron fondano una comunità dedita allo studio. Chiunque decida di vivervi non solo dovrà coltivare virtù intellettuali, accrescendole giorno dopo giorno, mai dissociandole dal digiuno; ma sarà obbligato a rinunciare all’amore. Nulla, neppure un ostacolo creato dal cuore, potrà interrompere questo percorso – duro, severo – verso la consapevolezza. Chi disobbedirà, sarà condannato a morte.
I fondatori di questo regno metteranno nero su bianco lo spirito che lo anima, dando così vita ad un codice.
Ma le sorprese tutti attendono dietro l’angolo, anche i più acerrimi e austeri sostenitori d’una posizione ideologica. Perché un giorno tre belle e avvenenti ragazze: la Principessa figlia del re di Francia, Rosalina e Caterina giungono alle porte del regno di Navarra. Il Re, Dumain e Birron, solo guardandole, se ne innamoreranno perdutamente.
Da questo istante, inizieranno una serie di stratagemmi, sotterfugi, furbizie e mascherate per conquistare il cuore delle fanciulle. Ma così facendo, il codice severo e rigoroso scritto dai tre amici non solo non viene rispettato, ma de facto annullato.
Che fare?
Quando, sul più bello, la soluzione che eliminerà ogni difficoltà – cambiare il codice rendendolo meno inflessibile – è stata trovata, ecco giungere una notizia terribile: il papà della Principessa è morto. Alle tre ragazze non resta che andar via. E ai tre amici fondatori del regno di Navarra piangere e rimpiangere amori per sempre perduti.
Pochissimo rappresentata, questa commedia di Shakespeare ha un meccanismo drammaturgico perfetto, dove tragedia e ironia s’intrecciano procedendo di pari passo. Nella rilettura fatta da Danilo Capezzani, ritmo recitativo e gioco col testo sono le peculiarità che più balzano all’occhio. Una reinterpretazione, a tratti irriverente, con uno Shakespeare ai più ignoto, ha reso Pene d’amor perdute in chiave moderna ma senza la pretesa di riattualizzarlo; semmai, di trasporre il senso della metafora ai giorni nostri, dove un gruppo di giovani ragazzi musicisti vanno alla ricerca di ideali, esempi e desideri da realizzare; e, non trovandoli, li creano.
Tra tutti, per bravura ironia e capacità interpretativa, è spiccato Francesco Russo nei panni di Biron: a tratti farsesco, con ottima padronanza dei tempi comici, una fisicità gestita con grande sapienza, un’espressività mimica misurata e mai caricaturale.
Un’interpretazione magistrale che ha colorato e riempito la scena del Globe di villa Borghese regalando al giovane interprete calorosi e meritati applausi.

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Lunedì, 20 Giugno 2022 08:38

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