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REGALO DI NATALE – regia Marcello Cotugno

"Regalo di Natale", regia Marcello Cotugno "Regalo di Natale", regia Marcello Cotugno

di Pupi Avati

adattamento Sergio Pierattini
con Gigio Alberti, Giovanni Esposito, Valerio Santoro, Gennaro Di Biase, Pierluigi Corallo
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai 
luci Pasquale Mari
regia Marcello Cotugno
una produzione La Pirandelliana
Teatro Bellini dal 7 al 12 Dicembre 2021

www.Sipario.it, 10 dicembre 2021

La notte di Natale rappresenta un giorno dell’anno molto atteso per le emozioni che evoca e per lo spirito natalizio che si diffonde nelle abitazioni. Non è certamente per questo motivo che quattro amici di vecchia data: Lele, Ugo, Stefano e Franco decidono di organizzare una partita a poker, dopo dieci anni che non si vedevano tra l’altro, con l'avvocato Santelia, industriale molto ricco e noto nel giro per le sue ingenti perdite che accetta senza battere ciglio. Nelle loro intenzioni, infatti, il quinto giocatore è il classico pollo da spennare che avrebbe potuto offrire un po’ di “respiro” ai loro problemi economici o dare una mano alle loro ambizioni. La scena si apre con Lele che raggiunge Stefano nella villa che l’amico ha preso in prestito per l’occasione e qui cominciano a raccontarsi, più o meno fedelmente, le loro vite. Li raggiunge poi anche Franco al quale fanno sapere che ci sarà pure Ugo con il quale ha un conto in sospeso mai realmente risolto. Dopo qualche titubanza decide di restare e quando arriva Ugo in compagnia di Santelia la partita di poker può cominciare. Ci si rende man mano conto, però, che la partita a poker diventa l’occasione per fare i conti con il loro passato ma anche con la realtà che vivono, considerazioni sull’amicizia che si evince dalla loro complicità ma anche l’insoddisfazione di ognuno rispetto ad una vita dalla quale si aspettavano sicuramente di più. Più volte la scelta stilistica del regista Marcello Cotugno è quella di accavallare le battute degli attori per sottolineare forse l’incomunicabilità con se stessi e con il mondo circostante in cui, a quel punto della loro esistenza, si trovano ingabbiati. La voglia di urlare le loro paure, i loro fallimenti ma anche quella di ribellarsi ad un destino che sadicamente ha scelto per loro fa spesso capolino così come la voglia di dimenticare per una notte tutto il resto.
Gli attori si muovono in scena con sicurezza mescolando bene il momento delle parole con quelle dei gesti che rendono comunque il senso delle emozioni che vivono ed allo stesso tempo permettono di non affollare la scena. Il dramma si mescola alla commedia con momenti più esilaranti ed altri più riflessivi. La figura dell’avvocato rappresenta l’inganno, le mezze verità, l’avidità ed una misurata scaltrezza che rimescola le sorti della serata. L’ambiente è noir, l’arredamento semplice e la pedana girevole in cui è accomodato il tavolo da gioco ha degnamente sostituito la camera che riprende l’attore dietro una macchina da presa.
Di buon livello l’interpretazione di tutti gli attori che rendono bene la decadenza dell’uomo di mezza età che cerca di attingere dal passato momenti spensierati e felici ma è risucchiato dalla realtà implacabile e beffarda.
Interessante e da vedere dunque questa trasposizione teatrale del film di Pupi Avati che ha spostato l'azione dal 1986 ai giorni nostri con una crisi economica globale che sta facendo danni non solo economici e dove il gioco d’azzardo rappresenta una valida chimera dove rifugiarsi.
Il finale ricorda un altro film ovvero “Amici miei” di Monicelli con quel modo scanzonato di prendere la vita ma sottolinea ancora una volta che, nonostante tutto, gli amici si sono ancora scelti.

Simona Buonaura

Ultima modifica il Domenica, 26 Dicembre 2021 10:01

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