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RACCONTI DISUMANI –regia Alessandro Gassmann

Giorgio Pasotti in "Racconti disumani", regia Alessandro Gassmann Giorgio Pasotti in "Racconti disumani", regia Alessandro Gassmann

Teatro Stabile d’Abruzzo
in coproduzione con Stefano Francioni Produzioni
presenta
GIORGIO PASOTTI
RACCONTI DISUMANI
da Franz Kafka
adattamento Emanuele Maria Basso
musiche Pivio e Aldo De Scalzi
scene Alessandro Gassmann
costumi Mariano Tufano
light designer Marco Palmieri
videografie Marco Schiavoni
aiuto regia Gaia Benassi
sound designer Massimiliano Tettoni
trucco Serena De Pascali
musicisti
Aldo De Scalzi synth, chitarra acustica
Pivio synth, percussioni
Luca Cresta piano, fisarmonica,
Claudio Pacini synth, percussioni cromatiche
Edmondo Romano clarinetto
Daniele Guerci violino, viola
Arianna Menesini violoncello
Dado Sezzi percussioni
uno spettacolo di ALESSANDRO GASSMANN
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman 30 gennaio - 4 febbraio 2024

www.Sipario.it, 1 febbraio 2024

Kafka in teatro in meno di un anno mi è capitato di vederlo per ben due volte. Nello specifico, Relazione per un’accademia al Festival di Spoleto con la regia di Luca Marinelli e poi al Ginesio Festival con regia di Giuliana Musso. Ma mai mi era capitato di vederlo accostato a un altro bellissimo racconto di Kafka: La tana. Il dittico immaginato da Alessandro Gassman, che cura la regia, è in scena al Quirino di Roma in questi giorni sotto il titolo Racconti disumani e con uno straordinario, meraviglioso Giorgio Pasotti padrone incontrastato del palco. 

Un racconto che parla di un animale, una scimmia nello specifico, che decide di diventare il più possibile simile agli uomini per cercare non la libertà, ma una via d’uscita dalla sua condizione di essere vivente in gabbia. Un racconto dove un essere umano sceglie di tornare allo stato di bestia, e quindi di allontanarsi dai suoi simili e dalla civiltà, perché si sente braccato, minacciato dal suo stesso mondo.

Due condizioni di isolamento innanzitutto, sottolineate da una scenografia essenziale all’osso: una sedia-sgabello per Una relazione per un’accademia, un terreno inclinato di quarantacinque gradi di fronte alla platea con una serie di buchi praticati per La tana. A cosa porta questa solitudine raccontata da Kafka? Ad una condizione non tanto di bestialità, quanto di disumanità. Tanto nel primo quanto nel secondo racconto, i protagonisti rinunciano alla loro presa di coscienza in quanto esseri viventi. E lo fanno tentando di trasformarsi in ciò che non sono e mai potranno essere.

Fuor di metafora, la disumanità richiamata nel titolo consiste esattamente nel volersi estraniare rispetto a sé stessi e, come conseguenza naturale, rispetto agli altri e al mondo ai quali naturalmente essi appartengono. Da qui la sensazione di rigetto che entrambi provano meditando su ciò che sono diventati. Gassman, nella sua regia, questo particolare lo ha còlto in pieno.

In tutto ciò, l’interpretazione di cui ha dato prova Giorgio Pasotti è stata davvero magistrale. Dall’inizio sino alla fine, ha saputo usare in modo completo e unito l’intero suo strumento attoriale, cioè a dire: voce e corpo. Man mano che lo spettacolo andava avanti, un gesto e un movimento non erano mai dissociati da un’intonazione o da un ritmo relativi a una certa battuta. Il personaggio della Relazione Pasotti lo ha caratterizzato con voce roca e movenze scimmiesche – superlativa la postura delle mani –, mentre il protagonista della Tana con un accento romagnolo, un fraseggio rapido e delle occhiate furbe e guardinghe.

Nella sua interpretazione, Pasotti ha conferito ai due personaggi quel tanto di umanità sufficiente a evidenziarne la relativa già detta disumanità. Al punto che il pubblico non li ha avvertiti del tutto estranei a sé. Mentre si è sentito estraneo, giustamente, dalla condizione da loro creata per diventare qualcosa di non bene chiarito, a metà via fra la bestia e l’umano.

Una chiave di lettura recitativa raffinata e di gran classe. 

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Venerdì, 02 Febbraio 2024 14:34

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