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Dello spettacolo Senza motivo apparente, che ha aperto l’edizione 2024 del Festival di S. Ginesio, due sono i concetti che rimangono impressi nella mente dello spettatore: le grandi storie vanno cercate in provincia, non in città; sono i piccoli fiati che creano un vento.
Il monologo scritto, diretto e magistralmente interpretato da Christian La Rosa, ispirandosi al libro di Sergio Anelli Omicidio in danno del dottor A., narra la vicenda realmente accaduta ad Amedeo Damiano, medico alla guida dell’ospedale di Saluzzo (cittadina in provincia di Cuneo), il quale, rientrando a casa dopo una giornata di lavoro come le altre, viene gambizzato da due uomini. Il dottor A., come chiamato durante l’intero spettacolo, malgrado il dolore per le ferite trova la forza di reagire colpendo il volto di uno dei due malviventi con la sua valigetta. L’altro, sorpreso dalla reazione e impaurito da quello che sta accadendo, inizia a sparare altri colpi verso il medico. Il quale riporterà lesioni gravi, con conseguente paraplegia, al femore e alla spina dorsale. 
Fin qui, parrebbe uno dei tanti casi di piccola delinquenza di provincia, dai contorni misteriosi, degni di finire nel giallo di uno schedario composto da ritagli della cronaca nera d’un giornale locale.
Il punto, però, è un altro. 
Portato al pronto soccorso dell’ospedale di Saluzzo, il dottor A. non viene curato né operato d’urgenza. Di lì a poco tempo dopo, morirà in una clinica di riabilitazione in Emilia Romagna. Perché nessuno in ospedale lo ha soccorso nonostante l’evidenza della gravità della situazione? Punto ancora più importante: come mai le autorità giudiziarie, indagando, non hanno realmente condannato i delinquenti per il reato commesso?
Man mano che la storia procede si verrà a scoprire che quello del dottor A. fu, a suo tempo, un caso di delitto avvenuto per mano mafiosa con coinvolgimenti di rappresentanti dello Stato. Il primo avvenuto all’alba dell’introduzione della legge sulla sanità pubblica e la gratuità, per i pazienti, di determinate prestazioni mediche. Norma che il dottor A. intendeva applicare e che non era gradita a qualche potente uomo pubblico locale dell’epoca.
Christian La Rosa ha dato voce a questa storia con potenza e grande senso della misura. Le sue intonazioni, i ritmi recitativi, le espressioni mimiche del viso e del corpo: tutto è stato controllato al dettaglio affinché questa vicenda arrivasse agli spettatori attraverso un’evidenza precisa e chiara dei fatti: nelle dinamiche e nei contenuti. La Rosa ha realizzato, con sobrietà e stile, ciò che un attore dovrebbe sempre tenere a mente: rendersi strumento, per intero, a servizio dell’arte teatrale.
Spettacoli come questi di piccole vicende di provincia (solo in apparenza), restituiscono il vero senso della Storia degli ultimi quarant’anni della nostra Italia. Una nazione che meglio verrebbe capita se quei tanti piccoli fiati che hanno creato un vento incontrassero attori molto bravi come La Rosa a interpretarli con stile. 

Pierluigi Pietricola