di Alan Bennett
versione italiana di Valter Malosti
produzione Teatro di Dioniso, Progetto Goldstein, Pierfrancesco Pisani
in collaborazione con Infinito srl
con Michela Cescon
scene Nicolas Bovey
costumi Grazia Materia
suono G.u.p. Alcaro
organizzazione Nicoletta Scrivo
regia Valter Malosti
Vicenza, Ridotto del teatro Comunale, 28 marzo 2019
Se qualcuno ha paura dei monologhi in quanto talvolta carenti di ritmo e basati unicamente sulla bravura dell'(unico) attore, (e del regista, non dimentichiamolo, oltre che del testo) può togliersela dalla mente assistendo a questo "Talking Heads II", del commediografo britannico Alan Bennett, magistralmente interpretato da Michela Cescon con una regia irresistibile di Valter Malosti. La coppia artistica torna dunque a collaborare assieme, per un progetto molto valido rappresentato per la prima volta in Italia. Due monologhi che sono uno quasi all'opposto dell'altro, nati originalmente per la tv britannica insieme ad altri Talking Heads, realizzati diversi anni fa, e in questo caso sono due i selezionati e adattati per l'occasione. La Cescon dapprima veste i panni della signora Fuser nel titolo originale "Miss Fozzard si rimette in piedi", raccontando spassosamente tutto un percorso dal podologo che pian piano si trasforma e diventa cammino di personal life, intimo, vissuto. Esilarante tocco femminile quello della Fuser, che tra manie e ossessioni, una su tutte il rapporto col fratello Bernardo, al quale dà corpo, come per qualche altro personaggio, una voce registrata e una poltrona, si misura coi suoi giorni passando da una cura dei piedi a una cura dell'anima. Che in maniera dosata e naturale vira verso un'inaspettata situazione che va a chiudere probabilmente il suo "cerchio". Un tailleur rosa confetto, delle strizzatine di gomiti e di occhi fanno si che la Fuser diventa una di casa per lo spettatore, che in lei riconosce, o si riconosce, altre mille o forse più creature viventi. Se dalle prime battute Fuser/Cescon appaiono stralunate e leggermente fuori dal mondo, man mano che i minuti passano, la situazione si normalizza in qualche modo, e nel frattempo si è riso molto. Un po' più amaro, ma altrettanto magnifico e godibilissimo il secondo monologo dello spettacolo, "Notti nei giardini di Spagna", dove il riferimento è per una località di mare destinazione finale (e ricorrente) del testo. Qui una tranquilla donna diventa inconsapevolmente, a causa di un improvviso evento, amica di una vicina di casa, che nel corso della sua vita avrà un ruolo molto importante e confidenziale, e che le farà scoprire anche una verità diversa del proprio contesto familiare, irta, difficile da accettare. Ma sullo sfondo rimane quel luogo di costa dove andare un giorno, lo stesso che le farà compagnia ma mai liberandola, inevitabilmente, dai suoi fantasmi, e dalla nuova certezza acquistata. La bravura di Bennett sta nel fatto che attraverso situazioni all'apparenza semplici e quotidiane riesce attraverso la scrittura a portare su altri livelli di zona d'ombra il pubblico, accompagnandolo in qualche spaccato del testo, che non può sfuggire ai più attenti. Sono appunto quegli angoli del nostro vivere così maledettamente banali ma che hanno il risvolto duro, inspiegabile, sconquassante dell'animo. Quelle situazioni che, se riconosciute, possono essere trasformate in energia vera, da poter guardare la luce e vederla più bella, più completa. Tutto è degno di nota in "Talking Heads II", dal suono che chiarifica ottimamente la scena, azzeccatissimo, alla scena "fissa" ma realisticamente degna, ai costumi. Michela Cescon, che è un'attrice vera, ideale per certi personaggi, sensibile, al termine ha ottenuto giustissimi, meritati, caldi applausi da una platea al completo, portando ai presenti una sicura e sempre necessaria riflessione.
Francesco Bettin