dall’ omonimo poemetto in versi di Daniele Virgilitto
riduzione teatrale Fabio Pisano
Con Lorenzo Sarcinelli, Gianluca Pugliese, Vladimir Randazzo, Antonio Ciorfito
Musiche Vito Ranucci
La canzone “Il malvisto” è di Valerio Manisi
Ideazione scenica e regia Stefano Amatucci
In scena al Teatro Instabile Napoli dal 17 al 19 novembre 2023
Se gli attori sono bravi, il regista disegna una splendida regia e il testo è una meraviglia il risultato non può che essere un successo. Il viaggio di Nabil dall’omonimo poemetto in versi di Daniele Virgilitto, riduzione teatrale di Fabio Pisano con Lorenzo Sarcinelli, Gianluca Pugliese, Vladimir Randazzo, Antonio Ciorfito, andato in scena al teatro Instabile di Napoli, è un lavoro straziante, la tematica dei viaggi della speranza di estrema attualità, è trattata senza censura. Nabil, studente ventenne egiziano, intraprende un viaggio su un barcone clandestino diretto in Sicilia. Il giovane vuole ritrovare Yara, la sua ragazza siriana, scomparsa ad Alessandria in circostanze misteriose dopo che il fratello Tarek è stato arrestato in Siria per aver criticato sul suo blog Bashar-Al Assad. Lui, un bravo ragazzo, semplice, lontano da tutte le atrocità che questo viaggio porta con sé si ritrova a dovere vivere e vedere le cose più atroci che un essere umano possa pensare. La fame la sofferenza la violenza l'azzeramento dell'essere umano. Su una nave, una carretta del mare per meglio dire, minacciati dagli scafisti che ad ogni tentativo di reazione ti puntano la pistola alla fronte, donne danno alla luce bambini che in molti casi muoiono in mezzo al mare, altre vengono violentate, gli uomini uccisi e buttati in mare, i bambini non resistono, molte volte, agli stenti. Roberta D’Agostino
In un'ora i quattro attori incollano gli spettatori alle sedie con la loro forza, con le loro generose restituzioni di tanti personaggi, di tanti esseri dolenti. Con una sincronia sconvolgente, trasmettono l'odio, la sofferenza, la speranza, il dolore con maestria.
Illuminati dalle efficaci idee registiche di Stefano Amatucci, i quattro attori regalano uno spettacolo incredibile: ho desiderato nel bel mezzo del lavoro alzarmi, andare via, tornare a respirare perché la loro resa, così realistica e violenta, è stata incredibile.
Eppure c'è un lirismo profondo in tutto il testo. Il mare è protagonista nella sua doppia veste di terribile divoratore ma anche di fonte di speranza; peraltro il trucco di Antonio Ciorfito che lo impersona, che ricorda molto il Joker di Jared Leto, lo rende di inquietante bellezza.
Qualcuno potrebbe dire che uno spettacolo come questo non serve perché sono cose che viviamo tutti i giorni, ma invece io chiuderei una sala tutti i politici che si rifiutano di vedere il problema e gli farei quello che ogni giorno tanti essere umani sono costretti a vivere.
Gli applausi finali, di circa cinque minuti ininterrotti, ben restituiscono l'efficacia di questo spettacolo. Al termine del lavoro gli attori sono spossati, ancora contratti, pieni della sofferenza di uomini e donne costretti ad inseguire il sogno di una vita migliore attraverso un viaggio della speranza che spesso si trasforma nella loro tomba. A poco a poco la forza degli applausi li riscalda e cominciano anche a sorridere, ma negli occhi del pubblico si può facilmente ritrovare un senso di paura, di spaesamento, di totale smarrimento.
Da vedere assolutamente.