di Riccardo Rossi, Alberto Di Risio
con Riccardo Rossi
ideazione scene e regia Cristiano D’Alisera
disegno Luci Marco Vignanelli
realizzazione scenografia Ferruccio Caridi
Produzione Teatrale AB Management Cittadella (Padova), teatro Sociale 26 e 27 maggio 2021
Donne, ah, le donne…sognate, amate, vissute…e qui raccontate, in questo bello e molto divertente spettacolo del duo Rossi-Di Risio, con protagonista assoluto Riccardo Rossi. L’attore romano riesce ottimamente nel’intento di spiegarle ad una ad una, a categorie, e nell’altro intento, nobile del teatro, di far passare un’ora e mezza di assoluto divertimento al pubblico, cosa non affatto scontata in nessuna occasione. Bravo e molto simpatico Riccardo Rossi lo è veramente, e questo gioca a suo favore. Il mondo delle donne raccontate viene svelato con garbata ironia e semplicità necessaria, partendo dall’unico fatto incontrastabile, e si ha poco da dire: la donna se con ci fosse bisognerebbe inventarla, che tra l’altro non è nemmeno una battuta facile dello spettacolo. La donna è fondamentale, prepotentemente necessaria nella sua completezza, quando non si parla di perfezione. E il maschietto? Lasciamo perdere. Riccardo Rossi torna dunque a teatro con un progetto consolidato e sicuro, già sperimentato in tutta Italia dove quello che salta all’occhio è la facilità di narrazione dell’attore, quella perspicacia nel raccontare un universo straordinariamente complicato, racconto mosso dalla travolgente simpatia di un interprete degno di questo nome. Quelle categorie prima citate altro non sono che le donne nella loro diversa vita, dall’ostetrica che quando nasciamo ci tiene tutti in verticale, a testa in giù, alla mamma e al rapporto che crea con i figli (maschi soprattutto), che fa intuire quanto poco ci vuole per il codice genetico a cambiare prospettiva e caratteristiche umane. Donne e uomini, sempre diversi, sempre uno accanto all’altro però, con emozioni che crescono e si sviluppano, vite che nascono, percorsi di vita insieme e condivisi. Lo spettacolo indaga con leggerezza molte cose delle donne, dalla differenza fisica che da un anno all’altro a scuola già si nota, che crea uno stupore nuovo, incredulo, nel piccolo maschio ancora un po’ tontolone, ai modi di fare di ogni essere femminile, che via via sono l’infermiera (vedi alla voce iniezioni), la maestra, la sorella, la suocera, l’adoratissima figlia che guai a chi la tocca, eccetera. Lo spettacolo è ben scandito anche dai diversi siparietti musicali, con un’adeguata colonna sonora di pezzi famosi e senz’altro coinvolgenti, tanto da essere Rossi stesso (che sappiamo essere un appassionato di musica) a cimentarsi in balletti spassosi. E poi, le donne sono o non sono l’argomento preferito degli uomini? Tutto parte da qui, e sappiamo come sia importante. Da galantuomo qual è, l’attore romano non si ferma all’ironia ma preferisce giustamente allargare l’intento originale, facendo riflettere in qualche occasione, come nel caso della lettera alla maestra, o nel piacevole pensiero rivolto alla mamma . Ma la donna si sa, è anche altre cose, una moglie che coordina uomo e giornate ,una nonna nel diverso e più distaccato rapporto col nipote, fatto di grande dolcezza, e una regina madre di tutte le altre. Il mondo femminile che Rossi porta in scena è quello che si verifica giorno per giorno, anche se tenta di sfuggirci via, che l’attore ci ricorda con affetto profondo. E con un monito che soprattutto al giorno d’oggi ricordarlo non è mai abbastanza: che le donne hanno sempre bisogno di rispetto. Uno spettacolo così non può che far provare grande piacere al pubblico, che infatti applaude più che calorosamente l’attore e lo omaggia con chiamate.
Francesco Bettin