53° FESTIVAL DELLE NAZIONI
Città di Castello dal 22 al 29 agosto 2020
OMAGGIO ALLA RUSSIA
UN CUORE IRREQUIETO BATTE
Maria Komarova soprano
Svetlana Makedon pianoforte
Teatro degli Illuminati 24 agosto 2020
Un cuore irrequieto batte, una vera scoperta il recital lirico interpretato da Maria Komarova accompagnata al piano da Svetlana Makedon. E capisci perché la canzone italiana della tradizione è così apprezzata in Russia: in questo concerto, nel quale l’eccellente soprano ha interpretato musiche da noi pressoché sconosciute dei più famosi compositori degli anni d’argento, li scopriamo sotto un’altra veste, quella della effusione dei sentimenti più semplici e forti, legati all’amore e alla contemplazione della natura, alle gioie ed ai dolori di tutti. Musica capace di accomunare contadini ed intellettuali, figli di una stessa cultura. Quanti sanno che Čajkovskij ha scritto quasi cento romanze? Ce lo dice Oreste Bossini nell’introduzione al concerto contenuta nel catalogo del Festival, programmaticamente intitolata Le grandi emozioni della musica vocale russa, informandoci punto per punto su ogni brano eseguito, dal punto di vista musicale e poetico. Preziose informazioni, perché quanti di noi conoscono il russo? Anche se la splendida Komarova è talmente espressiva, dotata non solo di una voce benedetta, ma anche di sicure qualità di interprete.
All’autore di Onegin si aggiugono altri grandi ed amatissimi compositori quali Rimskij-Korsakov, Rachmaninov, Skrjabin (presente coi due Preludi interpretati da Svetlana Makedon) e i due brani di Cezar’ Kjui (Ho toccato un fiore) e Anton Arenskij (Felicità, su testo della poetessa Tat’jana Shchepkina-Kupernik). Quest’ultimo è stato allievo di Rimskij Korsakov, ed anche Kjui è a lui legato dal comune impegno di valorizzare la tradizione slava. La poesia di Nemirovich-Danchenko da lui musicata non teme la semplicità del paragone tra un fiore che, sfiorato, vede cadere i suoi petali, e la fragilità del sentimento amoroso. La presenza nel programma dell’incantatore Rachmaninov è notevole, sia per i due preludi, nei quali Svetlana Makedon può esprimere al meglio le sue qualità di interprete, che nei brani scelti di musica vocale, il primo dei quali su testo di Puskin risale ai suoi giovani anni. Estremamente significativi anche gli autori dei testi per quanto riguarda Čajkovskij, Alexej Aputkin e soprattutto Alexej Tolstoij, al quale si deve anche il lavoro in comune per le Stagioni, nel concerto presente con Canzone d’autunno. E a proposito della traduzione dei testi, dobbiamo ringraziare quelle della stessa Maria Komarova, che dopo gli studi di perfezionamento in Italia da diversi anni fa capo al nostro paese per la sua attività di interprete. Dunque, poiché di questa chicca abbiamo potuto approfittare in pochi, perché non riproporla in futuro?
Annamaria Pellegrini