L-E-V | Sharon Eyal – Gai Behar
creazione Sharon Eyal
co-creazione Gai Behar
musica Ori Lichtik
costumi Maria Grazia Chiuri – Christian Dior Couture
disegno luci Alon Cohen
danzatori Clyde Emmanuel Archer, Keren Lurie Pardes, Darren Devaney, Guido Dutilh, Dana Pajarillaga and Edit Domoszlai
coprodotto da Sadler’s Wells, Ruhrtriennale, Christian Dior Couture, Julidans, Montpellier Danse, Torinodanza Festival, Carolina Performing Arts, Bold Tendencies, Young.
Con il contributo dell’Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Israele in Italia
Reggio Emilia, Teatro Ariosto 5 aprile 2022
Chapter 3: The Brutal Journey of the Heart, ispirato al bestseller A Little Life di Hanya Yanagihara, è la conclusione di una trilogia iniziata con OCD Love, l'amore dannoso e devastante, e Love Chapter 2, l'amore scomparso. Il sipario si apre su un'unica ballerina in equilibrio sulle mezze punte con una mano al petto e l'altra all'addome. Vacilla e si ripiega su se stessa, poi altre due danzatrici entrano dai lati con una mimica animalesca, e seguono altri ballerini. I sei danzatori convergono in un’un’unica massa che si disgrega, si sfilaccia per ricomporsi a più riprese in modi sempre nuovi. Questo terzo capitolo è un'opera assolutamente affascinante, un viaggio tortuoso in cui sei ballerini intraprendono un viaggio intenso attraverso le relazioni amorose: corpi morbidi, schiene arcuate, grandi plié raccontano l'amore che passa, il cuore che sanguina ma la vita che va avanti, i processi di riparazione che devono essere innescati. Questo esempio magistrale di danza contemporanea alterna movimenti sottili e forme scattanti, eleganza composta, basata sul rigore della danza classica, ad esplosività e passi che con ironia richiamano il mondo della moda, in equilibrio tra emozioni oscure e bellezza e il corpo racconta la vulnerabilità. Questo lavoro di Eyal, eseguito con formalismo impeccabile e stile energico, è ipnotico e alienante, i gesti sono cesellati, le braccia si intrecciano come rami nodosi in modo ripetitivo. Eyal applica la sua arte di parlare attraverso la danza a movimenti atletici spontanei e a volte androgini, pulsanti, tribali e sensuali vortici esplosivi e il suo spettacolo intreccia e sintetizza movimento, musica, illuminazione, moda. L’energia e il dinamismo della musica di Ori Lichtik sono contagiosi ma mai sovrastanti, e questa musica conferisce all'opera un'originalità che conquista fino all’ultimo passo. La danza viene esaltata e sottolineata dai costumi di Maria Grazia Chiuri, head designer di Dior, tute, quasi seconda pelle, che evocano l'estetica del tatuaggio, ognuna con un cuore rosso sul lato sinistro del petto, e conferiscono ai danzatori un’aura onirica.
Eyal si conferma una dei coreografi più sorprendenti del panorama contemporaneo. Con un lessico del movimento pieno di passione e, allo stesso tempo, sorprendentemente delicato la coreografa israeliana va oltre il racconto dell’emozione.
Giulia Clai