Tre coreografie per il Balletto di Parma:
What they see is not what we see coreografia di Nnamdi Nwagwu
Autarchia, coreografia di Roberto Doveri
CarneViva, coreografia di Francesco Gammino
Danzatori: Lisa Malaguti, Eleonora Natali, Zarah Frola, Alessia Giacomelli, Chiara Giordano,
Paolo Grosso, Mattia Marzi, Daniele Natale, Filippo Ferrari, Nnamdi Christopher Nwagwu.
Debutto il 6 maggio 2022 al Teatro Regio di Parma nell'ambito di Parma Danza 2021/22
Una serata di danza "giovane", in equilibrio tra profondità e leggerezza, con lo sguardo al presente e il pensiero al futuro: si intitola Contemporaneamente il riuscito spettacolo del Balletto di Parma, promettente ensemble fondato nel 2020 da Lucia Giuffrida e Francesco Frola. Un trittico affidato ai coreografi Roberto Doveri, Francesco Gammino e Nnamdi Christopher Nwagwu.
In apertura, la creazione What they see is not what we see firmata da Nnamdi Nwagwu, danzatore e coreografo, di soli 19 anni, che ha già ricevuto numerosi riconoscimenti per le notevoli abilità interpretative. Il brano propone visivamente una riflessione sulle dinamiche di costruzione del "sé", agganciando le teorie del sociologo statunitense Charles Horton Cooley: al centro dell'ispirazione e della composizione coreografica, Nwagwu pone una microcomunità dai colori accesi, in cui l'identità di ciascuno tenta alternatamente di emergere, di resistere o di omologarsi al gruppo, in un intreccio caleidoscopico di volti e di gesti, di fughe e ritorni, di sfioramenti e addii. Guidata da un'ininterrotta successione di pezzi musicali (da Tina Turner a The Chemicals Brothers, da Astor Piazzolla a Mafikizolo e diversi altri autori) la coreografia cattura lo sguardo, in particolare per l'abile gestione dello spazio scenico con cui i dieci interpreti riescono a raffigurare la compattezza del gruppo, la sua scia "fagocitante" e l'individuale desiderio di riconoscimento. Suggestivo il passo a due finale in cui lo stesso Nwagwu, eccellente performer accanto a Chiara Giordano, danzatrice dal movimento plastico e vibrante, regala attimi di delicata poesia, tra pace e tormento, nella penombra di un mondo irrisolto. La scelta del tema rivela un intelligente sguardo drammaturgico che impreziosisce la visione scenica d'insieme e che, considerando l'età del coreografo, lascia intravedere grandi potenzialità di crescita. Se è presto per considerare questo lavoro come rappresentativo del segno coreografico di Nnamdi Nwagwu (il cui stile, di vulcanica energia, può mirare ad una sistematicità ancora più significativa, visto l'ampio vocabolario gestuale), non esitiamo a dichiararne l'assoluto talento e il possibile futuro tra i nuovi autori della scena contemporanea.
Al centro della serata, Autarchia, brano in prima assoluta di Roberto Doveri, ventottenne coreografo livornese, reduce da recenti successi internazionali: già autore per il Nuovo Balletto di Toscana, nel 2020 è stato tra in vincitori della 34° International Choreographic Competition di Hannover, che gli ha permesso nel 2022 di debuttare in Germania con una nuova creazione per il Ballett Theater Pforzheim e che lo porterà a Rotterdam, nel 2023, a comporre per Scapino Ballet.
Autarchia, che inaugura la sua collaborazione con il Balletto di Parma, è il viaggio intimo e salvifico di una mente sospesa tra i vortici dell'incertezza e la ricerca d'identità. La filosofica ispirazione del titolo trova lucida rappresentazione in un azzurro sestetto che, con cura paziente, sembra plasmare lo spazio per emergere tra le luci chiare di nuove libertà: la geometrica, puntualissima, scrittura di Doveri, sostenuta dagli ipnotici suoni di Matilde Benvenuti, conduce lo spettatore in una dimensione quasi onirica, simile ad un'inconscia e liberatoria epochè. Inseguendo le dinamiche di un'interiorità in cerca di sé, i danzatori cesellano gesti e spostamenti, tra slittamenti silenziosi, sincronie interrotte e attimi di isolamento: mentre la colonna sonora si fa più insistente, su un sottofondo di voci giovani che afferrano il presente, i quattro uomini fanno da cornice e riparo alle due figure femminili, qui centrale raffigurazione di un eterno desiderio di libertà e conoscenza. Affascinante per l'ispirazione ed elegante nella costruzione, Autarchia rivela la maturità coreografica di Roberto Doveri che lavorando sull'essenzialità del disegno, sulla precisione stilistica e sulla millimetrica coordinazione degli interpreti, riesce infine a scolpire immagini di nitida, a tratti commovente, bellezza. Con questi orizzonti creativi, immaginiamo per lui ulteriori traguardi, anche in ambito europeo.
Chiude la serata CarneViva di Francesco Gammino, artista di origini siciliane, già interprete e autore per numerose compagnie italiane e premiato per le sue creazioni in diversi contesti internazionali. L'ispirazione parte qui da una piccola comunità di donne e di uomini che di fronte all'imprevisto vedrà esplodere, al suo interno, le più ostinate consuetudini e pregiudizi: ad avvolgere la scena, le atmosfere infuocate di una Sicilia senza tempo, terra di gioia e dolore, di fierezza e rassegnazione, dolce nei suoni, potente nell'animo. Prima ai margini e poi al centro di un gruppo aggrappato ai propri errori e fallimenti, una donna in bianco, angelica in volto e guerriera di spirito, sarà protagonista di nuovi equilibri, eroina forse di un mondo nuovo e possibile. La bravura di Francesco Gammino, particolarmente ingegnoso nella costruzione coreografica di affascinanti intrecci di gruppo e duetti, è quella di riuscire a raccontare una storia contemporaneamente antica e moderna, trovando il punto di equilibrio ideale tra narrazione e danza: con l'ausilio di pochissimi elementi di scena, con sguardo registico acuto, dirige i quadri del balletto come i fotogrammi di un film, tracciando abilmente la trama (senza mai scivolare in espedienti didascalici). Ottima la scelta della colonna sonora, con brani di Sílvia Pérez Cruz, Mattanza, Agricantus, Rita Botto, così come i colori caldi di luci e costumi, richiamo ad una terra dal sole e dallo spirito ardente. Ed emerge anche qui, sia nei momenti di insieme che negli assoli e passi a due, il talento dei danzatori del Balletto di Parma, interpreti giovanissimi di grande versatilità stilistica e intensità interpretativa: sono Lisa Malaguti, Eleonora Natali, Zarah Frola, Alessia Giacomelli, Chiara Giordano, Paolo Grosso, Mattia Marzi, Daniele Natale, Filippo Ferrari e lo stesso Nnamdi Christopher Nwagwu.
Lula Abicca e Giuseppe Distefano