Fragments of poetics on fire
coreografia e scenografia Carolyn Carlson
assistente alla coreografia Colette Malye
interpreti Chinatsu Kosakatani, Juha Marsalo, Céline Maufroid, Riccardo Meneghini,
Isida Micani, Yutaka Nakata, Sara Orselli, Sara Simeoni, Alexis Ochin
musiche Aleksi Aubry-Carlson, René Aubry, Maarja Nuut, K. Friedrich Abel
light designer Rémi Nicolas Guillaume Bonneau
assistente proiezioni Gao Xingjian
costumi Elise Dulac et Atelier du Théâtre National de Chaillot. Remerciements à Chrystel Zingiro
produzione Carolyn Carlson Company
coproduzione Théâtre National de Chaillot, Théâtre Toursky Marseille, Ballet du Nord / Centre Chorégraphique National Roubaix Hauts-de-France, Equilibre Nuithonie Fribourg
in residenza a CDCN-Atelier de Paris, a La salle Allende (Mons-en-Baroeul) e a Le Kiosk (Marquette-lez-Lille)
con il sostegno di Crédit du Nord
Carolyn Carlson Company is funded by the French Ministry of Culture (DGCA)
Ringraziamenti a Programme Rolex de mentorat artistique, a Studio 28 Roubaix-Cie Zahrbat, a Domaine de Chaumont-sur-Loire, a Michelle Kokosowski e Martine Dionis
Ferrara, Teatro Comunale 14 Ottobre 2022
E’ stato un grido d'amore alla natura, lo spettacolo The Tree della coreografa Carolyn Carlson, che con questo balletto chiude il ciclo di coreografie ispirate a Gaston Bachelard iniziato nel 2008 con Eau. L'atmosfera è speciale, è un'opera che affronta il tema dell'ecologia, una vera dichiarazione d'amore per la natura, è poesia. Carolyn Carlson ha scelto la forza poetica e simbolica e la complessità degli elementi come ispirazione per questa nuova creazione. Tra ghiaccio che si scioglie, alberi, fuoco, acqua, il lavoro dei nove ballerini porta in questo viaggio immaginario poesia e immagini sorprendenti evocando i quattro elementi con gesti lenti o scattanti a seconda dell'atmosfera oltre che della musica. I danzatori si stagliano come ombre cinesi sui solidi dipinti partecipando essi stessi a un tableau animato da movimenti aggraziati e intervallati da fermo immagine. Come in un sogno, il ritmo si distorce, i movimenti si allungano, accelerano, poi improvvisamente si congelano, per poi riprendere un andamento apparentemente disordinato. Combinata con il virtuosismo dei ballerini la visione onirica di Carolyn Carlson in questa coreografia è una potente e vitale manifestazione di amore per una natura sull'orlo del collasso, una speranza di rinascita, come una Fenice che risorge dalle sue ceneri. E’ uno spettacolo che racchiude un sapiente equilibrio di diverse arti complementari, danza, musica, scenografia, illuminazione e pittura, opera del talento di Rémi Nicolas per le luci, Aleksi Aubry-Carlson e René Aubry, Maarja Nuut e K. Friedrich Abel per la musica, Gao Xingjian per la pittura e le proiezioni. Ognuno di loro ha portato la sua impronta nella costruzione di questa creazione contemporanea. L'ambientazione scenica scelta da Carolyn Carlson è minimalista. Il palco è quasi spoglio. Sullo sfondo, la sagoma di una duna chiude lo spazio scenico, quasi continuamente retroilluminato da una calda luce bianca. Su un lato un albero , secco o bianco per il freddo. Sul palco prende vita tutta una serie di oggetti di scena: sedie, panche, una scala a pioli, un megafono... I ballerini sono sia i trasportatori, sia danno vita a questi oggetti . L'intero spettacolo è immerso in una luce morbida e avvolgente. Nessuna luce laterale sul set a drammatizzare i corpi. Tutto è trattato con luce frontale, luce che cade dall’alto come una cascata e controluce. Sono le caratteristiche della luce nordica anche nella scelta cromatica, che varia dal bianco ambrato al bluastro. Tutte le sfumature sono utilizzate per assecondare i quadri creati dai danzatori. Infine, luci casuali creano punti più o meno intensi a creare quasi il chiaroscuro del fogliame di un albero. A seconda dei quadri coreutici, sullo sfondo del palcoscenico e sul palcoscenico stesso vengono proiettate astratte tele eseguite con inchiostro di china, opera del pittore Gao Xingjian. Questi dipinti e queste proiezioni creano effetti di luce screziata che riempiono lo spazio scenico con una nuova cornice. I quadri dipinti dai danzatori sono tante visioni metaforiche della natura, effimere, misteriose e intangibili, che si scoprono a poco a poco, dipinti nel dipinto di fondo. Sono sogni ad occhi aperti che ricordano i paesaggi e le mitologie nordiche e i nove interpreti rappresentano la consapevolezza senza tempo dell'armonia della Natura, i fuochi interiori che alimentano e consumano l'anima umana, la fiamma dell'amore, il vento, l'acqua, la terra, l'aria e le ceneri... da cui rinascere. Confortanti e distruttive, le fiamme hanno sempre alimentato le passioni umane, buone o cattive, e simboleggiano questo vento di rinnovamento.
La Carolyn Carlson Company mantiene pienamente le sue promesse, ed è con emozione, e forse gratitudine per essere stato accolto in questa onirica visione del mondo, che il pubblico applaude alla fine prima di tornare tra le pareti domestiche, sulle poltrone, negli uffici.
Giulia Clai