di Giacomo Puccini
direttore: Gianandrea Noseda
con Irina Lungu, Tomislav Muzek, Serena Gamberoni, Fabio Capitanucci, Massimiliano Gagliardo, Nicola Ulivieri, Matteo Peirone
Orchestra e Coro del Teatro Regio di Torino
MI TO - SettembreMusica, seconda edizione
Torino, Auditorium Giovanni Agnelli Lingotto, 7 settembre 2008
La Bohème di Puccini sta a Torino come il Don Giovanni di Mozart a Praga. Fu data in prima assoluta al Regio nel 1896 ed è quindi giusto che il teatro la mantenga in repertorio: nell'estate a Racconigi, a ottobre in stagione e ora alle Settimane Musicali di Stresa e per MiTo con la direzione di Gianandrea Noseda, in forma di concerto nell'acustica del Lingotto, ben più risonante del Regio. Chi si avvantaggia di più è l'orchestra, spronata a dimensione sinfonica dal suo direttore musicale in gran forma, ma soprattutto con un'acquisita maturità che gli consente d'incanalare la sua energia in una chiarezza di concertazione e di drammaturgia sonora, dote che in anni passati Noseda non possedeva.
Certo sappiamo ormai tutti che Puccini non è solo il compositore di belle melodie, ma il compositore che innestò sul melodramma i progressi sinfonici e armonici europei. Ma non è mai male ricordarselo come nella lettura di Noseda: dopotutto i cantanti, pur in condizioni acustiche diverse, se la cavano bene se sono bravi, come la dolce Mimì di Irina Lungu, il Colline elegante di Nicola Ulivieri, il Marcello un po' troppo corrucciato di Fabio Capitanucci, la Musetta civettuola di Serana Gamberoni, lo Schaunard caricaturale di Massimiliano Gagliardo, il Benoit buffo di Matteo Peirone. Quanto a Rodolfo, Tomislav Muzek dovrebbe risolvere qualche acerbità di voce e qualche impaccio tecnico prima di continuare la carriera.
I nostri facevano certo un po' di scena e badavano molto alla chiarezza della dizione, ma una Bohème senza scene non regge, specie dal secondo atto in avanti con la musica animata del Quartiere latino affollato, quando invece davanti ti vedi il coro impettito e un po' farfugliante, e con la dissolvenza fra musica d'intrattenimento e marcia militare della banda che passa.
Giangiorgio Satragni