di Kurt Weill
Maestro concertatore e direttore: Vittorio Parisi
Regia: Joseph Rochlitz, Scene: Cristian Taraborrelli, Costumi: Angela Buscemi, Coreografia: Luc Bouy, Disegno luci: Patrizio Maggi
Interpreti: Chiara Muti, Roberto D'Alessandro, Goffredo Matassi, Antonello Ronga, Vittorio Amandola, Andrea Spina, Marco Casazza, Prospero Richelmy, Antonio Speranza, Elisabetta De Vito, Annalisa De Simone, Esnedy Milan Herrera, Deborah Italia
Orchestra e Corpo di ballo del Teatro dell'Opera di Roma
Roma, Teatro Nazionale, stagione 2007. Prima rappresentazione italiana
Rapita a Bordeaux dal capitano di un cargo, la dolce prostituta Marie Galante viene sbarcata in Venezuela. Pur di ritornare in patria, riesce ad arrivare sino a Panama, per proseguire il viaggio riprende a prostituirsi ma poi spende ogni risparmio per assistere l'anziano e morente Josiah. Per un incarico apparentemente innocente un losco giapponese le promette un lauto compenso che finalmente le consentirebbe il viaggio di ritorno in patria. Si tratta in realtà di uno squallido complotto di spionaggio commerciale per il quale Marie Galante verrà pagata non con denaro ma, per mano di un sicario, con un letale colpo di rivoltella.
Questa, in sintesi, la trama di un romanzo dello scrittore e commediograto francese Jacques Deval, testo del quale nel 1934 fu effettuata ad Hollywood una versione cinematografica alquanto infedele e volta principalmente a lanciare l'attricetta Ketty Gallian, amante di Deval. Ma il film, diretto da Heory King e con Spencer Tracy principale interprete, fu praticamente un fiasco.
Esito simile, nonostante le musiche appositamente scritte da Kurt Weill, ebbe la farraginosa e prolissa riduzione approntata da Deval per il palcoscenico, andata in scena per un paio di settimane, sino ai primi giorni del 1935.
Recuperato e ampiamente revisionato il testo, rintracciate faticosamente le musiche (delle quali erano rimaste solo alcune canzoni interpretate da Lotte Lenya e poi entrate nel repertorio di altre cantanti come Teresa Stratas e Ute Lemper), Marie Galante torna ora, dopo più di settant'anni, alle scene.
Su questa operazione, indubbiamente raffinata, c'è però da chiedersi se il gioco vale davvero la candela a causa della pochezza drammaturgica del lavoro, stancamente articolato in una meccanica successione di scene carenti di motivazioni psicologiche e perciò di resa teatrale.
Altro discorso per la musica: canzoni, danze, cori sono sempre pregevoli e talora assai belli, tali da poter vivere di vita propria in sede concertistica.
Va comunque dato atto al Teatro dell'Opera di aver curato al meglio lo spettacolo andato in scena nella poco felice sede del Teatro Nazionale. Vanno perciò apprezzati per il loro lavoro il regista Joseph Rochlitz e lo scenografo Cristian Taraborrelli nonché il coreograto Luc Bouy e la costumista Angela Buscemi. Incisiva e ben calibrata è risultata la direzione di Vittorio Parisi mentre tra i numerosi attori ha primeggiato la garbata e seducente Chiara Muti la quale, cantando e recitando nel ruolo della protagonista, ha riscosso gli applausi del pubblico e del maestro Riccardo Muti
presente alla prima.
Lucio Lironi