Concerto finale
Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Antonio Pappano
mezzosoprano Sasha Cooke
Gustav Mahler Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un giovane in viaggio)
per voce e orchestra
Sinfonia n. 1 in re maggiore Titano
produzione Spoleto Festival dei Due Mondi
Spoleto – Festival dei Due Mondi 9 luglio 2023
Non c’è chiusura del Festival di Spoleto senza il Concerto finale. Affidato, quest’anno, ad Antonio Pappano che ha diretto l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il programma è affascinante, mistico, carico di nostalgia e di promesse future: i Lieder eines fahrenden Gesellen e la Sinfonia n. 1 in re maggiore Titano di Gustav Mahler.
È una serata estiva, calda. La canicola del giorno sta lasciando il posto al vento fresco del tramonto che inizia ad aleggiare su Spoleto e sulla sua magnifica Piazza Duomo, dove svetta nella sua essenziale bellezza la Cattedrale: scenografia dello spettacolo musicale che saluta gli spettatori di questa edizione del Festival dei Due Mondi.
Il concerto inizia alle 19:30. È ancora giorno. Le rondini, con il loro canto, colorano l’attesa. Poi, ecco entrare il Maestro Pappano insieme a Sasha Cooke, soprano assieme alla quale eseguirà il Lieder.
Appena l’orchestra comincia a suonare e la Cooke a cantare, sulla platea in Piazza Duomo cala un silenzio sacrale. Non è solo Mahler, la sua maestosità, la bravura di Pappano nell’aver saputo trarre lo spirito del grande compositore. Ma la capacità di queste musiche di trasportarci in un mondo fatto di piccole cose e di grandi speranze insieme. Si narra che un giorno Mahler, vedendo il padre picchiare selvaggiamente la madre, scappò terrorizzato. Una volta in strada, fu investito dall’allegria di un organetto che eseguiva un motivetto irresistibile: “O du lieber Augustin”. Allegria che Mahler cercò di evocare e riprodurre sia nei lieder che nelle composizioni. E che la Cooke ha saputo perfettamente riprodurre, modulando una voce che somigliava, per coloritura e grana, a una variopinta biglia di vetro che, grazie alla forza impressa dalle dita di un bimbo, corre senza sosta allegra e felice.
Ma questa stessa nota nostalgica, insieme alla maestosità, sono emerse anche nell’esecuzione del Titano. Dove, come giusto, si è percepito un altro elemento fondamentale in Mahler: la capacità di trascendere il presente in cui si vive. Mai eliminandolo, mai ignorandolo. Semmai, accogliendolo come un dato di fatto. Prendendolo per ciò che è. In tal senso, ecco costruirsi un futuro meno triste, forse più giocoso, certamente più ricco di speranze. Nel Titano c’è tutto: gioia, dolore, delusione. Ottimismo, infine, per aver accettato tutto il presente in cui viviamo. Da qui, la conclusione maestosa, piena di verve, di energia del Titano.
Antonio Pappano ha saputo rendere ogni dettaglio delle partiture di Mahler con una leggerezza, una spontaneità ed una classe straordinarie. I suoi movimenti di direzione sembravano posseduti dalla magia della musica tanta era l’immedesimazione con la partitura: delicati quando le note si facevano piccole, possenti e impetuosi quando le note si facevano gigantesche.
Una conclusione in grande stile. Un Mahler spoletino che ha dato allegria e grandi speranze al pubblico.
Conclusione migliore di questa del Festival dei Due Mondi non ci sarebbe potuta essere.
Pierluigi Pietricola