il Musical di Broadway
basato sul romanzo di Louisa May Alcott
libretto di Allan Knee
versione italiana di Gianfranco Vergoni
regia e coreografia di Fabrizio Angelini
con Edilge Di Stefano, Fabrizio Angelini, Gabriele de Guglielmo, Alberta Cipriani,
Giulia Rubino, Claudia Mancini, Carolina Ciampoli, Laura Del Ciotto, Giancarlo Teodori e con Flavio Gismondi
acting coach Manuela Mandracchia
scene di Gabriele Moreschi
costumi Alessia de Guglielmo
musica di Jason Howland
liriche di Mindi Dickstein
direzione musicale di Gabriele de Guglielmo
sound designer Alberto Soraci
light designer Valerio Tiberi
una coproduzione Compagnia dell’Alba e Teatro Stabile d’Abruzzo
presentato grazie ad uno speciale accordo con Music Theatre International
Trieste, Politeama Rossetti, 25 ottobre 2021
Un’opera della letteratura per ragazzi davvero molto amata, che è entrata profondamente nell’immaginario di molte generazioni. “Piccole donne” che Louisa May Alcott ha scritto tra il 1868 e il 1869 non ha bisogno di presentazioni… tutti conoscono le avventure delle ragazze March del Massachussetts che stanno per diventare donne e affrontano vicende familiari non sempre facili, durante la guerra civile americana.
A Broadway il romanzo ha ispirato un originale musical già nel 2005 (libretto di Allan Knee, liriche di Mindi Dickstein), ottenendo successo in tutti gli Stati Uniti e dando vita poi a felici produzioni europee. In Italia il merito di averlo fatto conoscere nel 2021 va al regista e coreografo Fabrizio Angelini che ha affidato la traduzione italiana e l’adattamento a Gianfranco Vergoni. Coinvolta nell’ambizioso progetto è la Compagnia dell’Alba, protagonista di un allestimento fresco e spumeggiante per vitalità e coralità che nulla ha da invidiare alle più conosciute versioni cinematografiche.
Come nel recente film del 2019 con Meryl Streep, la storia è un gioco intimista a ritroso nel tempo, lungo un ritmato flashback che parte dalla pensione di New York dove vive Jo che si confronta con i rifiuti degli editori e le critiche del professor Bhaer. Da lì partono i ricordi di famiglia, a cominciare dal famoso Natale senza regali quando le quattro sorelle si lamentano e si consolano, illuminate dalla vampa del caminetto.
Il progetto scenografico di Gabriele Moreschi, che fonde il calore del salotto di casa March con il regno della fantasia e delle ambizioni costituito dalla soffitta, ha la forza figurativa di un quadro dai toni scuri e forse risente un po’ della mancanza di cambi scena, rischiando di essere troppo fisso e monotono. È rischiarato però continuamente dall’esuberanza contagiosa di Jo, interpretata con slancio da un’incontenibile Edilge Di Stefano. Voce squillante, carattere incorreggibile (“deve imparare a pensare prima di agire”), l’eroina anticonformista della storia primeggia circondata da un cast che conquista per il suo entusiasmo e per la sua capacità di essere coeso e ben in sintonia. Canto, recitazione brillante e ballo si fondono piacevolmente nelle performance di Amy (Claudia Mancini), John Brook (Gabriele de Guglielmo), Meg (Alberta Cipriani), Beth (Giulia Rubino), Mamy (Carolina Ciampoli), zia March (Laura del Ciotto) e Mr Laurence (Giancarlo Teodori). Ma a strappare gli applausi sono soprattutto il compassato Fritz dello stesso Angelini, ostinato e goffo nel suo apparire, e il divertente Laurie di Flavio Gismondi, vincitore della 18.a del Premio Nazionale Sandro Massimini e premiato a fine spettacolo davanti ad un pubblico molto caloroso.
Elena Pousché