FEDERICO MARIA SARDELLI
Suite composée à la mémoire immortelle de l’incomparable Monsieur de Lully
per orchestra
Prima esecuzione assoluta
GIOVANNI BATTISTA LULLI
Passacaille d’Armide, LWV 71: Les Plaisirs ont choisi pour asile
per soli, coro e orchestra
Omnes gentes LWV 77/10
petit motet per due soprani, basso e basso continuo
Te Deum LWV 55
grand motet per soli, piccolo coro, grande coro e orchestra
Direttore Federico Maria Sardelli
Dessus Elena Bertuzzi, Rui Hoshina
Bas-dessus Emma Alessi Innocenti
Haute-contre Aco Biscevic
Taille Alessio Tosi
Basse Mauro Borgioni
Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Coro da camera Ricercare Ensemble
Maestro del coro Romano Adami
Concerto in occasione dell’inaugurazione dell’Istituto Giovanni Battista Lulli
Sala Zubin Mehta, 5 febbraio 2023
A la mémoire immortelle de l’incomparable Monsieur de Lully: ispirandosi all’Apothéose di Couperin che consacra il fiorentino al Parnaso, Federico Maria Sardelli esegue in prima assoluta la sua suite composta nel 2009, giustamente definita dall’autore mimetica nei confronti del gusto lulliano. Ma la mimesi non si ferma qui, in questo evento fortemente voluto per inaugurare l’Istituto Giovanni Battista Lulli, lo stesso protagonista sembra trasformarsi, elegantissimo in un abito scuro con lunga giacca, e dai calzoni spuntano le calze rosse tanto amate alla corte del re Sole, il gesto delle braccia nel dirigere è gesto di danza, la mano sul fianco sinistro accompagna il bastone ornato di nastri che segna il tempo della destra: non è solo una esecuzione orchestrale, è una rappresentazione scenica, in cui nulla è lasciato al caso, che ricrea un mondo estetico. Il mondo di un musicista e danzatore che Sardelli paragona al Bernini in arte. Ma il Bernini non fu mai compreso in Francia, a Parigi dovette limitarsi all’opera di scenografo per le sontuose rappresentazioni di corte, il concavo e convesso era troppo ardito per il gusto d’oltralpe, chi di noi italiani non è rimasto perplesso dalla connotazione di barocco per l’architettura francese del seicento? Lully al contrario riuscì a fondersi talmente con quel gusto del quale fu tra i creatori, da essere oggi più apprezzato nella seconda patria che in quella che dette i natali al figlio del mugnaio in cerca di fortuna a quattordici anni. Ma è tempo che le cose cambino, ed è questa la nuova missione che Sardelli, già nel 1984 fondatore dell’ Ensemble Modo Antiquo, si è ora dato. Per cominciare, il concerto è stato un trionfo, l’Auditorium Zubin Mehta era affollato, raramente si vede tanta competenza e passione fra il pubblico, grazie anche alla scelta intelligente di stabilire le 17.00 della domenica come orario (caso unico tra gli appuntamenti sinfonici) in modo tale da favorire la partecipazione. Due ore filate di musica senza intervalli, condite da applausi convinti e conclusa con un vero trionfo.
I brani sono stati scelti prevalentemente nell’ambito del sacro, salvo la incantevole Passacaille d’Armide, Les Plaisirs ont choisi pour asile che secondo l’invenzione lulliana celebra l’amore e la giovinezza, per poi portare gli astanti lungamente nel clima religioso, dapprima col petit motet Omnes Gentes per due soprani, basso e basso continuo, genere che ci guida verso il grand motet, e precisamente all’ultima esecuzione di Lully scritta per la guarigione di Luigi XVI e che paradossalmente causò la tragica e prematura fine dell’autore: il Te Deum solenne, grandioso, che fu eseguito nella Chapelle Royale. L’organico degli esecutori al Maggio vede in scena i solisti Elena Bertuzzi, Rui Hoshina, Emma Alessi Innocenti, Aco Biscevic, Alessio Tosi, Mauro Borgioni, con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ed il coro da camera Ricercare Ensemble diretto dal 1992 da Romano Adami, che conclude è il caso di dire in gloria un evento musicale perfetto e sontuoso.
Annamaria Pellegrini